Mercedes e Bosch hanno completato dei test su strada, misurando i gas di scarico: oggi i motori diesel inquinano molto meno del limite di legge.
Mercedes e Bosch proseguono con la valutazione delle emissioni delle auto di ultima generazione. E lo fanno in condizioni di guida reale nelle città di Torino, Milano e Roma. Questi “Rde Emission test” sono stati condotti da Csi, azienda del gruppo Imq che è un organismo di verifica di conformità. Del resto la Business Unit Automotive di Csi è considerata uno dei principali poli di eccellenza europei nel settore dei test auto.
L’obiettivo di Mercedes e Bosch è quello di verificare l’effettivo impatto ambientale delle auto in circolazione. Auto che sono tenute a rispettare severi restrizioni comunitarie in fatto di emissioni ma che talvolta risultano meno inquinanti di quello che ci si potrebbe aspettare. Altro obiettivo è stato quello di sensibilizzare le istituzioni sui miglioramenti che, negli ultimi anni, la tecnologia ha portato nel settore automotive e nei motori in particolare, sempre più efficienti e a basso impatto ambientale.
«Mercedes ha investito 3 miliardi di euro in 10 anni per creare i nuovi motori che oggi equipaggiano le nostre auto» ha detto Eugenio Blasetti, responsabile comunicazione ed external affairs di Mercedes-Benz Italia. Che ha ricordato anche che nel 2039 tutta la gamma della casa tedesca sarà elettrificata.
Mercedes e Bosch hanno comparato le emissioni di 3 vetture
Mercedes e Bosch hanno comparato i risultati di 3 diverse auto con diversi tipi di alimentazione. Una Classe A 200d, con propulsore diesel 2.0 litri da 150 CV; una Classe B 160, con motore 1.3 litri benzina da 109 CV e una Classe C 300 de EQ-Power, alimentata da 2.0 diesel plug-in con una potenza di sistema di 194 CV più 122 CV.
«I test Rde – o Real Drive Emissions – sono diversi rispetto ai test in laboratorio. Vengono infatti effettuati su strade aperte al traffico, in condizioni di guida imprevedibili» ha aggiunto Carlo Mannu business development & air quality project manager Bosch. «Questi si basano su un dispositivo chiamato Pems che permette la misura di inquinanti come Ossidi di Azoto o particelle di particolato emesse dalle auto. Tutti i risultati ottenuti mostrano emissioni ampiamente sotto i limiti di legge».
I test sono stati effettuati su vetture con circa 10mila chilometri alle spalle. I test effettuati da Csi hanno mostrato che anche le vetture con un chilometraggio ancora maggiore hanno portato a risultati «ampiamente sotto i limiti imposti dalla legge» come ha rimarcato Salvatore Musumeci di Csi. A tal proposito, le leggi comunitarie impongono i test Isc su vetture usate a campione che non dovranno avere più di 5 anni o 100mila chilometri.
Mercedes e Bosch: i diversi scenari delle prove su strada
I test portati a termine da Mercedes e Bosch hanno affrontato 3 scenari simili e diversi al tempo stesso. Il primo, a Torino e dintorni, in condizioni equivalenti a quelle omologative, con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade. Il secondo test, a Milano, su percorrenze solo urbane (durante l’ora di punta), ha anche comparato la concentrazione della massa di particolato (PM) in aspirazione con quella allo scarico. Il test a Roma ha ricalcato modalità di quello effettuato a Milano.
Tra i dati emersi c’è quello per cui i valori medi delle emissioni di ossido di azoto e di particelle scaricate dal motore Diesel Euro 6d preso in oggetto sono inferiori rispetto a quelli della vettura a benzina a iniezione diretta. Sono piccole differenze, ma comunque emblematiche di quanto la lotta senza quartiere ai moderni Diesel non abbia senso. «Entrambe sono rimaste in una fascia decisamente al di sotto dei limiti. Un riscontro ben diverso rispetto a quanto si registrava con le vecchie motorizzazioni Diesel, sviluppate prima dell’avvento dei test RDE e del PEMS» ha ricordato Carlo Mannu. Da segnalare, inoltre, che i test effettuati su strada hanno fatto registrare valori reali di emissioni degli NOX molto più elevati rispetto a quelli emersi in laboratorio.
I vantaggi dei moderni motori Diesel
Inoltre, un altro fattore particolarmente rilevante registrato nel corso del test a Milano è che, in presenza di un’alta concentrazione di particolato, come nel caso in cui ci preceda un veicolo particolarmente inquinante, la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a 2.000 volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante. Se è forse eccessivo considerare i Diesel di ultima generazione dei ‘filtri per la pulizia dell’aria’, allo stesso tempo andrebbe rivista in maniera radicale la reputazione di questa tipologia di alimentazione, un alleato importante nella transizione verso l’elettrico.
Nella lotta all’inquinamento atmosferico – lotta che le case auto combattono con cospicui investimenti – c’è anche un altro fattore, che secondo Mercedes e Bosch va considerato. E’ quello della decarbonizzazione dei carburanti, sui cui bisogna lavorare molto.