La storica azienda italiana è stata dichiarata fallita, ma ancora si spera in un salvataggio da parte di una cordata italiana.
La storica azienda italiana è stata dichiarata fallita, ma ancora si spera in un salvataggio da parte di una cordata italiana.
Ieri il Tribunale di Torino ha emesso la sentenza che ufficializza il fallimento della Bertone Stile, la storica azienda di design e di progettazione fondata da Giovanni Bertone nel lontano 1912, ma portata al successo da suo figlio, il geniale Nuccio Bertone, padre e creatore di alcune delle più belle auto di sempre, come ad esempio la Lamborghini Countach, la Lancia Stratos, la Fiat X1/9 e la Lamborghini Miura. Non bisogna inoltre dimenticare che alcuni dei designer più bravi del mondo si sono formati nell’azienda valsusina e sono stati scoperti proprio da Nuccio Bertone, primi fra tutti Marcello Gandini e Giorgetto Giugiaro.
Il fallimento della Bertone Stile sancisce la fine dell’ultima gestione della società portata avanti da Lilli Bertone, che fino all’ultimo momento aveva provato a mantenere in vita il Gruppo tramite una richiesta di concordato preventivo che però è andato a vuoto. Ora rimane aperto il nodo relativo al futuro occupazionale dell’azienda che potrebbe essere garantito da nuove figure industriali – sia italiane che straniere – interessate ad acquistarla ad un prezzo particolarmente conveniente.
In queste ore la tensione a Caprie, paese dove ha sede la società, è decisamente palpabile, ma nello stesso tempo, la speranza di trovare una soluzione al problema rimane comunque molto forte. Gian Andrea Torasso, sindaco di Caprie, ha commentato gli ultimi eventi con un tono realistico che non lascia cadere tutte le speranze: “Al termine di una vicenda strana, in cui sono circolati nomi di mille possibili compratori, dai russi ai cinesi, il fallimento ci lascia sperare in un unico epilogo: che un italiano, o una cordata di imprenditori italiani, rilevi l’azienda. Perché è ovvio che, se la Bertone venisse acquisita da stranieri interessati solo al nome, sarebbe difficile salvaguardare l’occupazione“.
Il Tribunale di Torrino ha quindi nominato come curatore fallimentare dell’azienda la persona di Filiberto Ferrari Loranzi che dovrà decidere sul reale valore del marchio dopo il fallimento, considerando che appena un anno fa il suo valore superava i 10 milioni di euro. A sperare in un lieto fine sono soprattutto i lavoratori della Bertone che ovviamente risultano le persone che hanno più da perdere da questa amara situazione. Se l’azienda non sarà acquisita da qualcuno, i lavoratori perderanno i tre mesi di stipendio mai pagati a fine 2013, un anno di cassa integrazione subordinato al futuro acquisto dell’azienda e, soprattutto, il lavoro e un futuro dignitoso.