La Cassazione ha emesso ieri un’ordinanza che rende più facile l’annullamento delle multe per la sosta non pagata sulle strisce blu.
La Cassazione ha emesso ieri un’ordinanza che rende più facile l’annullamento delle multe per la sosta non pagata sulle strisce blu.
Se il comune non prova l’esistenza di aree di sosta gratuite nelle vicinanze di quelle a pagamento contrassegnate dalla strisce blu, allora l’eventuale verbale è nullo. A sancirlo è stata un’ordinanza (numero 18575) della Cassazione pubblicata ieri 3 settembre.
Secondo il fondatore dello “Sportello dei Diritti” Giovanni D’Agata, la decisione della Cassazione ha dato un colpo a tutte le amministrazioni locali che sfruttano le strisce blu per riempire le casse comunali. D’Agata ha dichiarato: “nel giudizio di opposizione a verbale di accertamento di infrazione del codice della strada, grava sull’autorità amministrativa opposta, a fronte di una specifica contestazione da parte dell’opponente, che lamenti la mancata riserva di una adeguata area destinata a parcheggio libero, la prova della esistenza della delibera che escluda la sussistenza di tale obbligo ai sensi dell’art.7 comma 8 C.d.S”.
D’ora in avanti, infatti, gli automobilisti multati per aver lasciato la propria auto sulle strisce blu senza aver pagato potranno far annullare più facilmente la contravvenzione, ovviamente a patto che il Comune non sia in grado di provare l’esistenza di un’area a sosta libera nelle vicinanze.
I giudici della Cassazione hanno quindi accolto il ricorso di una donna multata per aver parcheggiato in un’area a pagamento senza esporre il tagliando, ribaltando la sentenza di merito che aveva invece rigettato la difesa della cittadina.