Sul nuovo circuito di Sochi le Frecce d’argento dominano e conquistano matematicamente il titolo costruttori.
Sul nuovo circuito di Sochi le Frecce d’argento dominano e conquistano matematicamente il titolo costruttori.
E’ arrivato a tre quarti di gara in elicottero, in tempo per sedersi in tribuna al fianco di Bernie Ecclestone e presentarsi per la premiazione. E’ stato un trionfo per Vladimir Putin che dopo le Olimpiadi è riuscito a portare a Sochi, ai bordi del mar Nero, anche la Formula 1 in attesa dei Mondiali di calcio. Peccato per lui che l’unico pilota russo, Kviat, dal quale ci si attendeva una buona corsa, è partito male e non è più riuscito a inserirsi tra i primi…
L’ombra del dramma che sta vivendo su Julies Bianchi, ancora in coma nell’ospedale giapponese, aleggiava su tutti i piloti, che prima del via si sono riuniti in un abbraccio circolare per far sentire il loro calore nei riguardi dello sfortunato collega. Pronta ai box la sua Marussia che non è stata portata in gara.
Al via, con la solita prima linea Mercedes, Rosberg azzarda l’impossibile in staccata finendo col bruciare le gomme. Costretto ai box per cambiarle monterà le “medie” con la prospettiva di non fermarsi più a cambiarle. Impresa che ha dell’impossibile, ma grazie a queste nuove Pirelli ce la farà, risalendo dall’ultima posizione fino alle spalle del fuggitivo Hamilton.
Alle loro spalle un coriaceo Bottas ormai abituato al terzo posto sul podio con una Williams, motorizzata Mercedes, decisamente molto efficiente. Bene anche le due McLaren di Button e Magnussen, classificate in quest’ordine, davanti alla Ferrari di Alonso che non è mai stata capace di un inseguimento concreto, anche per colpa di qualche secondo in più perduto ai box con la ruota anteriore sinistra che faceva le bizze.
Verso la fine della gara preoccupazione da parte di molti ingegneri per i consumi per una gara effettivamente lunga, 310 km, e mai disputata su questo tracciato.
Ma in molti hanno sbagliato strategie, convinti che almeno una “safety car” sarebbe entrata in pista. L’aveva fatto capire Charlie Whiting, direttore di gara, ancora sotto accusa per i ritardi di Suzuka sotto il diluvio. Ma questa volta le cose sono andate tutte liscie e chi si aspettava questo intervento è rimasto deluso.
Con questa vittoria, la nona della stagione e la quarta consecutiva, Hamilton si allontana ancora di più dal rivale Rosberg con 291 punti contro i 274 del tedesco. Ma soprattutto i due della Mercedes riusciranno a portare a casa per la stella a tre punte il titolo mondiale Costruttori con 565 punti davanti alla Red Bull che ne ha accumulati solo 342. E per il pilota anglo-caraibico anche il risultato prestigioso della 31° vittoria che lo porta allo stesso livello del non dimenticato Nigel Mansell.
“E’ stato un errore indispensabile – ha raccontato ai suoi tecnici ancora al volante Nico Rosberg – ho fatto un gran casino…” ma alla fine era certamente soddisfatto della rincorsa, della sua Mercedes e della gomme Pirelli che gli hanno dato la possibilità di fare ben 52 giri, in pratica tutto il Gran Premio.