Un clamoroso provvedimento destinato a far discutere: le “ultraventennali” pagheranno il bollo dello stesso importo di una vettura moderna.
Un clamoroso provvedimento destinato a far discutere: le “ultraventennali” pagheranno il bollo dello stesso importo di una vettura moderna.
Auto storiche: il governo fa marcia indietro. E “condanna” i proprietari delle vetture ultraventennali a uniformarsi agli importi del bollo di qualsiasi auto “moderna”. Senza più alcuna esenzione. La notizia si riferisce a una “rivoluzione” annunciata dalla nuova legge di stabilità, pronta a introdurre una clamorosa stretta fiscale, ma che non mancherà di creare discussioni e malumore fra i proprietari di “youngtimer” (chiamiamo così, le auto ultraventennali ma non ancora trentennali), che da diversi anni, previa iscrizione a un club federato Asi, hanno diritto a pagare bollo e assicurazione ridotti. Un piccolo – ma neanche tanto – esercito di automobilisti che non è formato esclusivamente da furbetti che hanno approfittato della legge per pagare di meno.
Più nel dettaglio, il provvedimento riguarda la legge 342 del 21 novembre 2000, creata per disciplinare le tasse auto in riferimento a particolari categorie di autoveicoli: il ddl Stabilità cancella i commi 2 e 3, che si riferiscono rispettivamente alla definizione del concetto di vettura di particolare interesse storico e collezionistico e la loro individuazione dall’Asi e dalla Fim, che aggiornano l’elenco ogni anno. Resta confermato il comma 1, che esenta dal pagamento delle tasse automobilistiche gli autoveicoli e i motoveicoli con più di 30 anni.
A conti fatti, indica l’Aci, le auto storiche circolanti in Italia sono circa 4 milioni; ciascuna di esse paga, in linea teorica, 25 euro di tassa di possesso. Con l’entrata in vigore della legge di stabilità, la conseguenza non sarà riferita soltanto al bollo, ma anche all’importo della Rc Auto, che per le vetture ultraventennali non darà alcun beneficio.
Il provvedimento viene varato per dare una salvaguardia più concreta al settore delle “vere” auto storiche, quelle di particolare prestigio e, in ogni caso, di età superiore a 30 anni. Tuttavia, molti automobilisti prenderanno atto con amarezza di questa novità. “Semplici” amatori in primis, che per diversi anni, grazie alle riduzioni di bollo e assicurazione, hanno potuto coccolare la propria “veterana” anche se il suo prestigio non era pari a quello di modelli più blasonati, o se il suo valore era di poche migliaia (o centinaia) di euro. Ma si pensa anche a categorie sociali svantaggiate, ai piccoli artigiani che usano una vecchia auto come veicolo “da battaglia”, costretti a disfarsi della vettura perché non sarebbero più in grado di accollarsi le spese del bollo improvvisamente (dalla sera alla mattina) tornate sugli stessi importi delle auto moderne di pari potenza. Per non parlare di ricambisti e officine, che si vedrebbero decurtato il fatturato a causa di molti che preferiranno disfarsi della “vecchia” ultraventennale per non pagare il bollo “pieno”.