Auto e Moto d’Epoca: Mercedes SLK celebra venticinque anni

Francesco Giorgi
21 Ottobre 2021
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La piccola roadster con tettuccio in acciaio retrattile fu rivoluzionaria sotto molteplici aspetti: alla rassegna di Padova Fiere (21-24 ottobre) si celebra l’importante anniversario.

All’origine dell’albero genealogico “moderno” ci fu la storica Pagoda, Spider “da leggenda” che nella prima metà degli anni 60 rivoluzionò lo stile sportivo Mercedes e fu la capostipite di una fortunata famiglia di modelli che, dopo la fine produzione della serie W113, proseguì con la successiva R107 (1971-1989).

L’immagine biposto “con il vento fra i capelli” secondo la Stella a Tre Punte, che fino ad allora – e nelle successive serie R129, R230, R231 ed R232 – era appannaggio della fascia superiore, venne affiancata, e portata su un segmento inferiore anche per dare la possibilità a molti più appassionati di concedersi il piacere di una vettura dalle caratteristiche prettamente sportive, con Mercedes SLK, che debuttò sotto forma di concept al Salone di Torino 1994, per essere poi presentata due anni dopo in versione definitiva.

A Padova insieme ad altri modelli storici di Stoccarda

A venticinque anni di distanza, Mercedes SLK (dove la lettera “K” sta per “Kurz”, ovvero il passo corto attraverso il quale i tecnici Mercedes definivano già in fase di progettazione il modello, per distinguerlo dalla più grande SL) fa bella mostra di se presso lo stand ufficiale ad Auto e Moto d’Epoca 2021, in programma a Padova Fiere da giovedì 21 a domenica 24 ottobre. Una presenza (accanto a 190 E Elektro del 1990 ed alle versioni “T”, cioè Station Wagon, delle vendutissime S123 del 1977 ed S124 del 1985) che incontra pienamente l’”allure” Youngtimer assegnata a buon diritto alla “spiderina” della Stella a Tre Punte.

Esclusiva nello stile e nella funzionalità

La roadster-compact Mercedes SLK, prodotta in tre serie (R170, R171 ed R172) fino al 2019, attualmente sostituita dalla nuova SLC, rappresenta una pietra miliare nella storia dei modelli di Stoccarda: oltre che per un ottimo gradimento da parte del pubblico (più di 710.000 gli esemplari venduti dall’epoca del suo esordio commerciale), anche per le sue linee, decisamente “a cuneo” e provviste di un caratteristico tetto ripiegabile in acciaio. Questa soluzione non era del tutto inedita in ambito automobilistico: tuttavia, gli esempi precedenti prevedevano l’abbassamento dell’intero tetto nel bagagliaio, che occupava molto spazio.

La soluzione ideata dagli stilisti Mercedes, guidati da Michael Mauer, e dagli ingegneri di Stoccarda fu in questo senso rivoluzionaria: il concetto conosciuto in fabbrica come “Trick with the kink”, dove il tettuccio in acciaio ed i pannelli in cristallo potevano essere ripiegati nel baule, che si apriva in direzione di marcia del veicolo. In questo modo, la zona posteriore della vettura poteva essere mantenuta corta e, anche quando il tetto era aperto, c’era ancora spazio per i bagagli.

Prove di resistenza severissime

L’azionamento del tetto ripiegabile avveniva tramite cinque cilindri idraulici. Gli archivi tecnici Mercedes riportano che, prima dell’avvio della produzione in serie, un lotto di 30 esemplari-laboratorio di Mercedes SLK venne “costretto” a simulare il processo di apertura e chiusura 20.000 volte per ogni veicolo. Una estenuante prova, che corrispondeva peraltro a sei azioni “apri-chiudi” al giorno per dieci anni. In effetti, il funzionamento era semplice: con un pulsante collocato sulla consolle centrale, la SLK da coupé diventava roadster, o viceversa, in 25 secondi.

Prima di tutto, la sicurezza

Da segnalare, anche a distanza di un quarto di secolo, una caratteristica di grande attenzione alla sicurezza definita dai tecnici Mercedes per SLK: un “capitolato” di studi che per l’epoca fissò gli standard per la sua classe. Due robusti rollbar proteggevano conducente e passeggero in caso di ribaltamento; i montanti del parabrezza, rinforzati con l’ausilio di tubi supplementari, fornirono un ulteriore contributo alla protezione degli occupanti.

Una paratia “ad ellisse”, integrata nella struttura anteriore del veicolo, aumentava l’area di deformazione anteriore in caso di collisione frontale, riducendo così il rischio di restringimento del vano piedi. Erano inoltre presenti airbag, pretensionatori e limitatori di forza alle cinture di sicurezza. Dotazioni che consentirono alla piccola Roadster a passo corto di Mercedes di soddisfare pienamente i severi standard richiesti dalla stessa Casa costruttrice, e quindi superare al meglio i requisiti obbligatori previsti già all’epoca.

I motori nelle tre serie successive

Sotto al cofano, nella fase di “lancio” commerciale Mercedes SLK venne proposta in versione SLK200 da 136 CV, e nella più potente configurazione sovralimentata SLK230 da 193 CV. In seguito al restyling avvenuto nel 2000, la gamma si completò con l’arrivo della sei cilindri SLK 320 da 218 CV, e della “obbligatoria” versione “riveduta e corretta” dai tecnici di Affalterbach (SLK 32 AMG da ben 354 CV).

La generazione successiva, R171, venne presentata nel gennaio 2004: anch’essa metteva in evidenza una particolarità, nello specifico l’Airscarf (disponibile a richiesta), sistema che per la prima volta convogliava un flusso di aria calda fra lo schienale del sedile e il poggiatesta nella zona del collo degli occupanti e, in combinazione con il dispositivo antivento di serie, consentiva la guida a cielo aperto anche a basse temperature esterne. La terza serie di Mercedes SLK (R172), presentata nel 2010, fu a sua volta sostituita dalla nuova lineup SLC, e prodotta con questa sigla fino al 2020.

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