In nome dell’attenzione alle emissioni di gas serra, l’EPA propone una legge federale che darebbe un deciso giro di vite alle elaborazioni racing.
In nome dell’attenzione alle emissioni di gas serra, l’EPA propone una legge federale che darebbe un deciso giro di vite alle elaborazioni racing.
La pratica del tuning, in Italia sottoposta a rigorose regolamentazioni, presto potrebbe essere molto meno “libera” anche negli Usa. Lo mette in evidenza una proposta di legge promulgata recentemente dalla EPA (la potente Environmental Protection Agency salita nei mesi scorsi agli onori delle cronache mondiali per avere “inchiodato” Volkswagen nella vicenda delle emissioni falsate degli ossidi di azoto, dando il via al “Dieselgate“), e presentata al Governo federale nelle scorse ore.
L’obiettivo della richiesta avanzata da EPA è ambientale: tutto viene messo in evidenza in un documento di oltre 600 pagine, e che in estrema sintesi chiede che vengano messi dei concreti limiti alle elaborazioni che rischiano di aumentare la produzione dei gas serra. La proposta ha già sollevato le prime polemiche; i rappresentanti della SEMA (Specialty Equipment Market Association), ovvero l’Associazione statunitense che raggruppa le aziende di produzione componentistica aftermarket e tuning, avanzano già le prime contestazioni a quella che viene vista come “Un abuso”.
Più nel dettaglio, il documento presentato da EPA, “Greenhouse Gas Emissions and Fuel Efficiency Standards for Medium- and Heavy-Duty Engines and Vehicles“, ha l’obiettivo di mettere un rigoroso limite alle emissioni, relativamente ai veicoli da trasporto di medie e grandi dimensioni. Tuttavia, oltre a voler dare un concreto giro di vite a queste categorie di veicoli, la EPA – rifacendosi alla “storica” Clean Air Act (la prima legge anti – inquinamento promulgata negli Stati Uniti, che risale al 1956), intendere ampliare i vincoli di emissioni anche alle autovetture. Nello specifico, si tratta delle auto che vengono modificate dagli appassionati per essere impiegate in circuito e nei track day. Di più: si fa precisa richiesta di vietare il commercio di determinati componenti “speciali” (catalizzatori “racing”, impianti di scarico maggiorati, collettori high performance): tutte le parti meccaniche, per intenderci, che secondo EPA rischiano di falsare i limiti di emissione in vigore oltreoceano. In poche parole, l’Environmental Protection Agency chiede al Governo federale degli Stati Uniti il divieto di manomettere, modificare o rendere inutilizzabili tutte le componenti del veicolo che concorrono alla riduzione delle emissioni, anche se si tratta di vetture da destinare alle competizioni.
L’obiettivo che EPA si prefigge è di arrivare al divieto entro la prossima estate. Tuttavia, i vertici dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente dovranno fare i conti con l’agguerrito settore degli specialisti di tuning, componentistica aftermarket e parti speciali: riuniti sotto la SEMA, i produttori “high performance” statunitensi promettono battaglia. La loro replica, in effetti, non si è fatta attendere: oltre a puntare il dito contro la stessa EPA, che avrebbe “Sconfinato dalla propria area di intervento”, e nonostante per lungo tempo abbia “Certificato le conversioni di auto di serie in vetture da gara”, i rappresentanti della Specialty Equipment Market Association lamentano di non essere stati informati per tempo sulla proposta di legge federale avanzata dalla EPA. E temono che, se il Congresso degli Stati Uniti – al quale faranno presenti le proprie lamentele – approvasse la proposta di legge che metterebbe seri vincoli alla trasformazione delle “street car” in “race car”, per il settore aftermarket si tratterebbe di un duro colpo.