L’uscita della Gran Bretagna dalla UE non preoccupa il CEO di F1 Group, nonostante molti team abbiano sede oltremanica.
L’uscita della Gran Bretagna dalla UE non preoccupa il CEO di F1 Group, nonostante molti team abbiano sede oltremanica.
Mentre tutto il mondo si interroga su quali potranno essere le conseguenze socioeconomiche della Brexit – l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea – a livello nazionale e in un’ottica a più ampio respiro, anche i “piani alti” della Formula 1 non rinunciano a dire la loro. E, stando a quanto dichiarato senza mezze misure da Bernie Ecclestone, non si tratta di un parere diplomatico né accomodante. In poche parole: la Gran Bretagna, secondo l’amministratore delegato di F1 Group, avrebbe fatto benissimo a scegliere l’uscita dalla UE.
La dichiarazione dell’anziano manager è stata raccolta nelle scorse ore dal Daily Mirror (per inciso: tabloid destinato a un pubblico “popolare”, e a suo tempo – insieme al Sun di Ruper Murdoch e al Daily Telegraph – assolutamente schierato a favore della Brexit): “A mio parere, l’uscita dalla Unione Europea è stata la cosa migliore che potessimo fare”, ha osservato l’ottantacinquenne Ecclestone ai taccuini della Mirror, in un commento che fa leva sull’orgoglio nazionale: “Se un’azienda possiede un buon prodotto da vendere a un giusto prezzo, la gente acquisterà a prescindere che si tratti di un oggetto cinese, italiano o tedesco”. Quest’ultima frase fa riferimento alla “personale Brexit” avanzata da Ecclestone, ovvero il possibile “taglio” di almeno due Gran Premi in Europa: Ecclestone, in questo senso, prende come riferimento la Premier League: “Loro possiedono un bel modo nella distribuzione dei premi in denaro: penso che questo potrebbe funzionare anche per noi”.
Il parere di Ecclestone, ottimista nonostante le previsioni degli analisti facciano propendere verso un periodo “delicato” per l’economia britannica, sembra non abbia raccolto molto favore da parte dei vertici dei team di primo piano presenti in F1. Ron Dennis, ad esempio, aveva recentemente osservato, in maniera del tutto contraria al pensiero di Bernie Ecclestone, che “Per il business di McLaren sarebbe fondamentale restare nella UE: la Brexit scoraggerà gli investimenti, produrrà una minaccia ai posti di lavoro e potrebbe mettere l’economia in una posizione di rischio”.
Pronta, anche in questo caso, la replica di Ecclestone: “Non ci saranno effetti per la F1”. Il CEO di F1 Group punta sul fatto che i contratti FOM con gli sponsor e le televisioni di tutto il mondo vengono sottoscritti in dollari Usa: la svalutazione della sterlina potrebbe addiruttura aumentare di 180 milioni di dollari gli introiti.
Nel frattempo, il circus della Formula 1 è alle prese con la diminuzione dei Gran premi, che dovrebbero scendere da 21 a 18. Tre gli appuntamenti “a rischio”: il GP d’Italia (situazione delicata per il futuro, nonostante il presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani, si dichiari ottimista per il rinnovo di Monza), il GP di Germania (dei due circuiti “ufficiali”, il Nurburgring ha già gettato la spugna per il 2017, mentre la proprietà di Hockenheim deve reperire i fondi) e il GP del Canada: Montreal si trova da una parte a dover completare alcuni lavori di adeguamento, e dall’altra è alle prese con la necessità di garantire la copertura economica.