Un difetto nel software di controllo airbag alla base della decisione GM, che riguarda auto, pickup e Suv venduti principalmente negli Usa.
Un difetto nel software di controllo airbag alla base della decisione GM, che riguarda auto, pickup e Suv venduti principalmente negli Usa.
Oltre quattro milioni di autovetture prodotte da General Motors si preparano ad una massiccia campagna di richiamo per gli airbag. Lo riferisce una nota diramata dalla stessa GM: in particolare, il richiamo interesserà 4.300.000 unità fra autovetture, pickup e Suv, vendute principalmente negli Usa.
Si tratta, nello specifico, di esemplari prodotti fra il 2014 e il 2016: Buick LaCrosse, Buick Encore, Chevrolet SS, Chevrolet Spark EV, Chevrolet Corvette, Chevrolet Trax, Chevrolet Caprice e Silverado 1500 – Gmc Sierra 1500, nonché (relativamente ad unità vendute dal 2015) Chevrolet Tahoe, Chevrolet Suburban, Chevrolet Silverado HD, Gmc Yukon, Gmc Yukon XL, Gmc Sierra HD, Cadillac Escalade e Cadillac Escalade ESV.
L’iniziativa di richiamo annunciata da General Motors fa riferimento a un difetto insito nel software di controllo degli airbag, e che avrebbe causato una vittima e tre feriti: GM ne ha avuto notizia lo scorso maggio, per iniziare immediatamente una inchiesta interna. Secondo l’indagine, il richiamo consisterà nella riprogrammazione del software airbag: non si prevede, dunque, alcuna sostituzione di componenti.
Il richiamo annunciato da General Motors nelle scorse ore rappresenta l’ultimo di una serie di episodi che hanno riguardato gli airbag. Ricordiamo, infatti, la campagna avviata da Takata lo scorso giugno, con il richiamo di sei milioni di autovetture prodotte da Mazda, Subaru, Nissan, Mitsubishi e Ferrari, a causa di un difetto causato da umidità, temperatura, condensa ed una miscela di nitrato d’ammonio utilizzato dalla Tataka, che avrebbe causato almeno dieci morti e 139 feriti.
A febbraio 2016, i richiami – attuati negli Usa – avevano interessato Bmw (840.000 vetture), Mercedes (705.000 autovetture, 136.000 van) e Volkswagen (680.000 autovetture): in quel caso si trattò della sostituzione degli Airbag giudicati potenzialmente difettosi: un provvedimento prudenziale, dal momento che non si verificò alcun incidente.
Sempre a febbraio, Continental aveva comunicato la possibilità che fino a 5 milioni di autoveicoli prodotti fra il 2006 e il 2010 da Honda, FCA, Daimler (Mercedes, smart) e, anche se in misura minore, anche Volvo Trucks, Volkswagen e Mazda, sarebbero potuti essere richiamati.
Una campagna di richiami, annunciata a novembre 2015, era stata decisa dai vertici Toyota: in quell’occasione si decise di effettuare i fermi officina a 1,61 milioni di autoveicoli venduti in Giappone. Una nota riferì che la causa andava imputata a un incidente avvenuto in precedenza, nel quale si era verificato il ferimento di un passeggero in seguito alla rottura del dispositivo di gonfiaggio di un airbag prodotto da Takata.
Va, infine, ricordato il maxi risarcimento (900 milioni di dollari) che la stessa General Motors scelse di pagare ai familiari di 124 persone decedute negli anni scorsi a causa di un difetto all’impianto di accensione di alcuni modelli prodotti dai marchi che fanno capo a GM: nonostante, secondo quanto emerso da una indagine federale, il colosso di Detroit fosse a conoscenza del difetto relativo al meccanismo di accensione che impediva una corretta apertura degli airbag, GM non aveva ritirato dal mercato i modelli sotto accusa, causando secondo le stime il decesso di ben 124 persone.