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Halo: come funziona la protezione per la testa in F1

Di Valerio Verdone
Pubblicato il 3 lug 2022
Halo: come funziona la protezione per la testa in F1
Il dispositivo di sicurezza è stato introdotto nel 2018 ed è già stato risolutivo in più di un episodio.

La sicurezza in F1 è una priorità da cui non si può prescindere e l’halo ha contribuito ad incrementarla ulteriormente. All’inizio è stato criticato dagli esteti, dagli assetati dello spettacolo cruento, e da coloro che ritenevano che potesse essere pericoloso in alcune circostante. Ma l’episodio di oggi con il pilota Zhou coinvolto, la dice lunga sulla sua efficacia.

L’Halo nel 2009 avrebbe potuto aiutare Massa

Se vogliamo avere un esempio concreto in cui l’halo avrebbe potuto fare la differenza nel recente passato, di sicuro tornerà in mente agli appassionati l’episodio della molla che colpì Felipe Massa nelle prove del GP di Ungheria del 2009. L’elemento metallico si staccò dalla vettura di Barrichello ed andò ad impattare proprio sul casco dello sfortunato driver brasiliano che seguiva la sua monoposto. Le conseguenze furono devastanti: lesione ossea con commozione cerebrale. L’allora pilota della Ferrari rimase in coma farmacologico per 3 giorni, ma per fortuna non subì dei danni permanenti. Con l’halo la storia sarebbe stata decisamente diversa.

Grosjean, Hamilton e Zhou, quando l’halo ti salva la vita

I piloti delle F1 moderne sono decisamente più fortunati, l’halo è diventato obbligatorio dal 2018 e in alcune circostanze si è dimostrato indispensabile. Nel GP del Bahrain del 2020 Grosjean, al volante della Haas, ha impattato violentemente le barriere, l’auto ha preso fuoco, ma grazie all’halo il pilota è rimasto illeso ed è riuscito ad uscire riportando solamente delle ustioni alle mani. L’auto era spezzata in due, lacerata dalle barriere, ma l’halo ha fece il suo lavoro egregiamente. Nel GP di Monza dello scorso anno, quando la ruota della Red Bull di Verstappen stava per ricadere sul casco di Hamilton sapete chi fu a salvare la testa della leggenda della F1 moderna? L’halo, ancora lui, quello che oggi ha consentito a Zhou di uscire illeso dalla sua Alfa Romeo. L’immagine della monoposto che rotola ai margini del circuito di Silverstone senza roll-bar è spaventosa. L’halo è riuscito a tenere separata dall’asfalto la testa del pilota dell’Alfa Romeo, che se l’è cavata solamente con un grande spavento. Fosse accaduto prima del 2018, per Zhou non ci sarebbero state chance di sopravvivenza.

Come è fatto l’halo

Uno dei significati della traduzione in italiano della parola halo è aureola, ed è proprio questa la forma di questo elemento in titanio ancorato in tre punti al telaio delle monoposto di F1. Certo, in parte limita la visuale, me in cambio migliora del 17% il tasso di sopravvivenza. Questo prezioso accessorio di sicurezza è realizzato da un’azienda esterna al circus iridato ed è identico per ogni monoposto. L’halo però non agisce da solo, visto che prima del dispositivo in questione sono spuntate le protezioni per il collo nella parte alta dell’abitacolo, ed è stato adottato il collare Hans. In questo modo viene salvaguardato anche il collo del pilota, in passato sin troppo esposto.

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