Appena concluso l’incontro tra sindacati e dirigenza Alfa per impedire la chiusura degli stabilimenti. 345 dipendenti reintegrati a Mirafiori
Appena concluso l’incontro tra sindacati e dirigenza Alfa per impedire la chiusura degli stabilimenti. 345 dipendenti reintegrati a Mirafiori
Il marchio Alfa si appresta a lasciare la sede di Arese dove resterà soltanto il museo storico e le sue 250 automobili. A meno di ripensamenti dell’ultimo momento, l’azienda del Biscione progetterà e costruirà le sue auto a Torino. Le proteste dei sindacati non si sono fatte attendere, soprattutto perché di mezzo ci sono 345 posti di lavoro, di cui 232 dipendenti dei cosiddetti “enti tecnici” e 113 della divisione cambi e motori del gruppo. Tutti, per il momento, in cassa integrazione.
“La chiusura di questo stabilimento – ha detto Corrado Delle Donne, rappresentante dello Slai-Cobas – è uno sfregio per la città di Milano e per l’Alfa Romeo”. A guidare l’azienda nata nel capoluogo lombardo nel giugno 1910 resterà Luigi Arnaudo. I sindacati muovono critiche anche alla regione Lombardia e lanciano appelli ai parlamentari leghisti, che a detta delle rappresentanze dei lavoratori sembrano ignorare la vicenda.
“Nel 2004 – continua Delle Donne – la giunta di Roberto Formigoni promise finanziamenti per costituire il Polo della Mobilità Sostenibile di Arese. Ma nulla è stato fatto dopo tante promesse pre-elettorali. Alla luce del piano Chrysler, ci sono tutte le premesse perché lo stabilimento di Arese possa mantenere le funzioni di progettazione e collaudo, addirittura sviluppandole sul piano ecologico”.[!BANNER]
Oggi si è svolto un ulteriore faccia a faccia tra dirigenti e sindacati presso la sede di Assolombarda, nel centro di Milano: la Fiat, rappresentata da Andrea Farinazzo (il manager sequestrato dai dipendenti per qualche ora a Bruxelles nello scorso aprile a seguito dei licenziamenti che il gruppo aveva annunciato in Belgio), non ha accolto la richiesta dei sindacati di ritirare la procedura di trasferimento dei primi 232 lavoratori, che saranno seguiti dagli altri 113.
L’azienda ha motivato la propria decisione con “esigenze organizzative finalizzate al miglioramento”. I sindacati non si arrendono e prevedono nuove forme di protesta. Lunedì prossimo è convocata un’assemblea di tutti i sindacati presso lo stabilimento di Arese. Si prevede che i primi dipendenti saranno trasferiti a Mirafiori a partire dal 4 gennaio.