Il monito contenuto nella lettera destinata da Unrae a Belusconi. I costruttori esteri chiedono un sostegno, ne risentirebbe anche il Pil
Il monito contenuto nella lettera destinata da Unrae a Belusconi. I costruttori esteri chiedono un sostegno, ne risentirebbe anche il Pil
Senza incentivi rischiano tutti, i lavoratori, il bilancio dello Stato, le vendite dei costruttori. In una lettera inviata al premier Silvio Belusconi, il presidente dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Loris Casadei ha espresso tutta la preoccupazione dei marchi esteri per la mancata proroga degli incentivi.
Servono operazioni di sostegno concreto, “altrimenti il mercato automobilistico subirà una flessione di 350.000 veicoli“. Spaventa il monito lanciato da Casadei, anche perchè le ripercussioni colpirebbero in primo luogo la filiera distributiva delle case straniere: a rischio ci sono 10.000 posti di lavoro. Ma non finisce qui, il danno provoccherebbe per il fatturato totale una perdita pari a 4.6 miliardi di euro, su per giù lo 0.4 del Pil, e un mancato gettito Iva per 800 milioni. Dunque ne potrebbe risentire anche l’Erario.[!BANNER]
“Riteniamo necessario – riprende il numero uno di Unrae – che l’Esecutivo valuti con urgenza l’introduzione di provvedimenti a sostegno delle reti commerciali, nonchè misure più strutturali quali la revisione della fiscalità dell’auto, con particolare riferimento alle auto aziendali, e forme che promuovano la mobilità sostenibile ed eco-compatibile, unitamente a una sempre maggiore sicurezza della circolazione degli autoveicoli”.
D’altra parte è evidente che il settore necessita ancora di un rinnovamento della parte più obsoleta del parco circolante in modo da proseguire nel circolo virtuoso dell’abbattimento dei consumi e delle emissioni di anidride carbonica. Grazie alla presenza degli incentivi, lo scorso anno si è registrata una riduzione di oltre 8 punti, fissando il riferimento a 136,6 g/km, un valore che consente all’Italia di avvicinarsi all’obiettivo prefissato dall’Unione Europea di 130 g/km per il 2012. E’ evidente che la mancanza di interventi governativi interromperebbe questo trend.