Tre proposte per due giorni da trascorrere in tutto relax. Da nord a sud, i laghi attorno al Garda, il Senese e la Calabria “Greca”
Tre proposte per due giorni da trascorrere in tutto relax. Da nord a sud, i laghi attorno al Garda, il Senese e la Calabria “Greca”
“Aprile, dolce dormire…”. Altro che caos della città: qui ci vuole un fine settimana all’insegna del relax al volante della nostra auto. Siccome, poi, “Fatti non ‘fummo’ per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”, ecco che l’occasione della Settimana della Cultura promossa dal Ministero dei Beni Culturali può essere un utile motivo in più per chiudere la porta di casa, salire in auto, allacciare le cinture e percorrere uno dei tre brevi itinerari che proponiamo: uno per il nord, uno per il centro e uno per il sud.
Inoltre, si può abbinare una sosta alle realtà museali legate al mondo dell’auto, che qui presentiamo. Solo una raccomandazione: oltre a usare la necessaria prudenza, al volante, può essere simpatico affrontare questi brevi viaggi percorrendo meno autostrade possibile: si gode al meglio il paesaggio e la stagione, e ne guadagna il morale (lo Slow Food c’è già; perché non abbinarlo allo Slow Drive?).
Nord. Non solo Garda attorno al lago
Il Lago di Garda non ha bisogno di alcuna presentazione: è celebre, e un itinerario lo può comprendere, ma solo in forma marginale. Invece, può essere altrettanto interessante addentrarsi nel suo entroterra, formato da altri laghi. Una terra che abbina la mitezza del clima agli aspri contorni delle montagne circostanti.[!BANNER]
L’itinerario che presentiamo può partire da Desenzano. Consigliabile, prima di giungere a Salò, una prima deviazione verso la Valtenesi e le suggestive località di Manerba, Porto Portese e il suo porticciolo e il Santuario del Carmine.
Giunti a Salò e superata l’importante cittadina della costa occidentale del Garda, si giunge a Gargnano. Da qui inizia la strada di montagna che conduce al Lago di Valvestino, bacino artificiale situato in mezzo a rilievi aspri, tra numerose strade minori. La zona, qui piuttosto solitaria, muta radicalmente di aspetto, e dopo avere attraversato il Passo di San Rocco (a 1020 metri d’altezza), si fa più popolosa, verso il Lago d’Idro. Il più alto dei laghi lombardi più importanti.
Da qui, si segue la strada che risale la Val d’Ampola e si torna sulla Gardesana attraversando Tignale e Tremosine, quest’ultima famosa per la caratteristica strada che scende verso il Garda.
La stagione è l’ideale per apprezzare il verde della vegetazione: alloro, cipresso e ulivi la fanno da padroni, grazie alla nota azione mitigatrice del clima apportata dal lago. Si risale la costa occidentale del Garda fino a Riva e si incontra la strada del Ponale fino al Lago di Ledro.
Cosa bisogna vedere
Testimonianza di antiche popolazioni trova un valido sbocco didattico nel Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, sorto negli anni ’70 a Molina di Ledro per avvicinare i visitatori alla scoperta dei reperti provenienti dalla vicina area archeologica: oggetti di vita quotidiana di 4000 anni fa. Il museo, in primavera,è aperto dalle 9 alle 17 (chiuso il lunedì).
La tormentata orografia della zona di Tenno, segnata dal corso del torrente Magnone che precipita nella Cascata del Varone (87 metri) fa da contorno naturale e misterioso all’antico Castello, del XII Secolo, che sorge su una rupe. Si narra che il capitano di ventura Piccino, nel 1439, assediato dalle truppe veneziane poté sottrarsi alla cattura facendosi chiudere in un sacco.
A Salò, consigliabili i sentieri naturalistici e paesaggistici che portano verso il Colle San Bartolomeo. Per una visita all’interno della cittadina, il Duomo (S.Maria Annunziata), realizzato in stile tardo gotico e mai concluso: all’interno, tele del Romanino, del Moretto, Zenone Veronese e Paolo Veneziano.
A Peschiera del Garda: una escursione al Laghetto del Frassino, di origine glaciale. Si estende su una superficie di 80 ettari e ha una profondità massima di 15 metri. Interessante, dal punto di vista naturalistico, per le diverse specie animali e vegetali.
Una visita dedicata all’auto
Se si vuole approfittare degli eventi legati alla Settimana della Cultura, promossa in questi giorni dal Ministero dei Beni Culturali, si può “sconfinare” di una ventina di km verso sud (e da questo itinerario…) e, a Villafranca di Verona, visitare il Museo Nicolis (celebre raccolta di auto, come la Lancia Astura Mille Miglia, realizzata in esemplare unico e già portata in gara alla Mille Miglia storica, moto e biciclette d’epoca, strumenti musicali, macchine fotografiche), che in occasione dell’evento propone visite alle sue collezioni esclusive a tariffe agevolate.
Dove mangiare
Ad Anfo: ristorante “L’Imbarcadero” (vicino al lago, cucina tradizionale, prezzo medio 15 – 30 euro); A Idro: ristorante La Terrazza (cucina tipica regionale, lombardo – trentina, pesce di lago, prezzo medio 25 – 50 euro); ristorante Mistica (Loc. Lemprato, in ambiente antico, in prossimità dell’omonimo lago; specialità stinco di vitello “in campana”, cibi alla brace, prezzo medio 30 euro); Trattoria Alla Grotta (in via Trento; specialità tipiche, prezzo medio 25 – 35 euro). A Gargnano: Trattoria San Martino (cucina tradizionale di lago, specialità pesce; prezzo medio 20 – 40 euro); Ristorante Al Marinaio (cucina locale, pesce di lago; prezzo medio 20 – 45 euro). A Salò: ristorante Taverna Floriana (particolari antipasti, cucina di pesce di lago e di mare, piatti di carne; prezzo medio 20 – 45 euro). A Raffa: Ristorante Osteria della Cantina (in un antico casale; piatti tipici della tradizione lombardo-veneta; prezzo medio 55 – 65 euro). A Riva del Garda: Ristorante Restel de Fer (cucina d’acqua e di terra, carni biologiche, pesce del Garda e di fiume, prezzo medio 15 – 30 euro).
Centro. La Toscana “suaviter”
Strada e paesaggio si fondono in un ideale abbraccio. Ciò che più colpisce, di questo itinerario, è il naturale connubio fra la strada e l’ambiente circostante. Il percorso, infatti, rivela un lungo, costante susseguirsi di scorci e declivi.
Di per sé, questo itinerario è ben conosciuto, ma la stagione e la bellezza del panorama ne fanno un evergreen che, di tanto in tanto, è bello rispolverare. Se si dà retta alla strada, infatti, si entra ben presto in un mondo ancora intatto: ulivi, viti, cipressi, ville, poderi, che cambiano di colore a seconda delle ore e della stagione.
Questo tour alla scoperta (o riscoperta) del sud della Toscana può partire da Chiusi per Sarteano, a 7 km, dove ci si può concedere una prima sosta per i panorami sui laghi di Montepulciano, Chiusi e Trasimeno e sul Monte Amiata. Una breve passeggiata per ammirare i suoi palazzi medioevali e rinascimentali e le chiese della Collegiata di San Francesco, San Martino, della Madonna del Belriguardo che risale al XV Secolo e la trecentesca Madonna delle Spiagge.
Una breve deviazione (6 km) verso Cetona merita la sosta per ammirare la vasta piazza del paese. Interessante la Collegiata (XIII Secolo) con affreschi del Quattrocento e il Convento di San Francesco. Consigliabile una ulteriore, breve, escursione verso l’ex convento di Santa Maria in Belverde, con i suoi splendidi affreschi di scuola senese. Meritano una sosta anche i resti di un villaggio preistorico: abitazioni tagliate nella roccia e numerose grotte.
Da Radicofani, proseguendo verso nord ovest in direzione Siena, dopo 30 km si arriva a San Quirico d’Orcia, celebre per la Collegiata e il Castello di Vignoni (nell’omonima frazione), risalente al XII Secolo. D’obbligo una deviazione verso Montalcino (impossibile non farsi tentare dalla visita a una delle cantine del Brunello) e, a 25 km, a Monte Oliveto Maggiore, la famosissima Abbazia benedettina fondata all’inizio del ‘300.
Dopo 10 km si entra a Pienza, “Perla del Rinascimento”, che venne progettata e costruita verso la metà del ‘400 dal Rossellino. Da visitare la Piazza del Duomo, il Palazzo Piccolomini e la Cattedrale.
L’itinerario proposto è, anche, “storico” per l’automobilismo sportivo, perché è su parte di queste strade che, dal 1927 al 1957, si sfidarono i concorrenti della Mille Miglia. Un nome su tutti: Radicofani. Non per niente, l’itinerario lo percorriamo adesso. Fra tre settimane, infatti, sarà affollato dalla carovana della rievocazione della “Freccia Rossa”.
Cosa c’è da vedere
Se si ha tempo, si può approfittare della relativa vicinanza geografica con Siena e Firenze per visitare la mostra “Da Jacopo della Quercia a Donatello: Le Arti a Siena nel Primo Rinascimento” (al Complesso di Santa Maria della Scala e Opera Metropolitana, fino al 10 Luglio) e, a Firenze, “Pregio e Bellezza. Cammei e Intagli dei Medici” (Palazzo Pitti, fino al 27 Giugno) e “Dìaita: le regole della salute nei manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana” (fino al 26 Giugno).
Dove mangiare
A Buonconvento: ristorante Roma (cucina semplice, tradizionale, prezzo medio 10-30 euro). A Montalcino: ristorante albergo Il Giglio (specialità tipiche: involtini di lardo di Cinta senese e farro, faraona ripiena, Pinci con le briciole, Scottiglia di cinghiale con polenta; prezzo medio 25-45 euro); Osteria Al Giardino (Piazza Cavour; specialità tradizionali, anche a base di tartufo, degustazioni di stagione; prezzo medio 25-45 euro); Ristorante Il Grifo (nella via principale, cucina tipica: affettati, bruschette, crostoni, pinci, cinghiale, fiorentina; prezzo medio 25-45 euro). A San Quirico d’Orcia: Ristorante Al vecchio forno (all’interno dell’hotel Palazzo del Capitano: ambiente intimo, cucina tipica locale; prezzo medio 30-50 euro); ristorante La Locanda di fronte alla Vena (ricavato in un antico edificio un tempo stazione di posta; menu di stagione, piatti tipici della cucina locale; prezzo medio 25-40 euro). A Montepulciano: ristorante Le Logge del Vignola (cucina tipica, specialità Chianina certificata, possibilità di menu degustazione; prezzo medio 45-65 euro). A Cetona: Ristorante Osteria Vecchia (piatti tipici: pici, cacciagione, tagliata; prezzo medio 25-40 euro). A Radicofani: Ristorante La Grotta (ambiente familiare, cucina tradizionale, prezzo medio 25 euro). A Chiusi: Ristorante La solita Zuppa (cucina tradizionale: Chianina, carni; come indica il nome del locale, il piatto forte sono le zuppe; prezzo medio 40 euro).
Sud. Santa Severina e Crotone, in Magna Grecia
Il versante ionico della Calabria. Tornassimo indietro di un paio di millenni abbondanti, ci troveremmo catapultati nella Magna Grecia. Fra Cirò Marina, Crotone e la caratteristica Santa Severina, le vestigia greche, prima, e orientali, poi (chiese bizantine) si fanno vivissime.
L’itinerario parte dalla località di Cirò Marina, sulla costa, dalla quale si arriva in una manciata di minuti a Cirò, conosciuta già tre secoli fa per la produzione dei suoi pregiati vini. Può essere un’occasione, qui, lasciare l’auto e addentrarsi in una breve passeggiata nei suoi vicoli e nei resti del Castello che risale al XV Secolo.
Si riprende la strada verso la costa e, al termine di un rapido susseguirsi di tornanti, si arriva a Melissa. Poco dopo la località, si segue per Crotone e si arriva a Strongoli, antichissimo paese che ha origine da un insediamento greco.
La strada, ora più piacevole, scende verso Marina di Strongoli, dopodiché si addentra nell’entroterra e raggiunge Rocca di Neto e Santa Severina, caratteristico paese arroccato su un colle, in posizione solitaria. Antichissima, Santa Severina, “La nave di pietra” per la sua singolare conformazione, merita una sosta di almeno mezza giornata. Il percorso “tocca” San Mauro Marchesato, Scandale e Crotone, fine del nostro itinerario.
Cosa c’è da vedere
Strongoli: da non perdere la Chiesa della Madonna della Sanità e il Castello di origini normanne. Santa Severina, le cui origini si perdono a parecchi secoli prima di Cristo, è ricca di testimonianze di epoca normanna e bizantina: la Chiesa di Santa Filomena (XII Secolo), la Cattedrale di Sant’Anastasia, il Castello del XVI Secolo.
In questi giorni, la vita culturale crotonese è in fermento. Da segnalare: visite guidate ai Musei Civici di Cirò, Cirò Marina e al Tempio dedicato ad Apollo Aleo; visite guidate al cantiere archeologico di Discesa Fosso a Crotone, al Parco e al Museo archeologico di Capo Colonna per la mostra “Le rotte della navigazione antica”.
Dove mangiare
Strongoli: ristorante Dattilo (a Marina di Strongoli, cucina tradizionale e variegata; vino, olio, frutta e verdura di produzione propria; prezzo medio 40 euro). A Crotone: ristorante Da Ercole (sul Lungomare: è uno dei locali più noti della città; cucina prevalentemente di pesce; prezzo medio 50-60 euro); Ristorante Sparviero Due (in via Interna Marina, piatti esclusivamente di mare; prezzo medio 35-40 euro). A Santa Severina: Agriturismo Le Puzelle (piatti tipici della produzione locale; prezzo medio 35-40 euro); Agriturismo Santa Anastasia (cucina tradizionale, prezzo medio 35-40 euro).