Button, con questa sua seconda vittoria nel Mondiale 2010, in Cina, ha dimostrato di valere decisamente il titolo che porta
Button, con questa sua seconda vittoria nel Mondiale 2010, in Cina, ha dimostrato di valere decisamente il titolo che porta
Qualcuno che contava abbastanza nel mondo della F1 lo aveva precipitosamente definito un paracarro… Certo, con quel bolide diabolico dello scorso anno avrebbe vinto chiunque dei piloti del lotto! Ma Jenson Button, con questa sua seconda vittoria nel Mondiale 2010, in Cina, ha dimostrato di valere decisamente questo titolo che porta, e il numero uno che ha dipinto sul musetto della sua McLaren.
Con queste nuove regole, che impongono vetture più pesanti per via dei serbatoi più capienti, più difficili da guidare e soprattutto da gestire, sul piano dei pneumatici, per la durata della gara, bisogna avere una guida “morbida”, pulita. E Jenson, al contrario del suo arrembante compagno di squadra, questo tipo di guida ce l’ha. Ma ha anche una grande intelligenza tattica, e lo ha dimostrato nella scelta dei pneumatici in una giornata estremamente variabile, con pioggia intermittente.
Con il successo a Shanghai, il nono della sua carriera, l’inglese si è portato al comando del mondiale con 60 punti, 11 di vantaggio sull’accoppiata Alonso-Hamilton, e ha contribuito fattivamente a portare la McLaren al comando della classifica nel Mondiale Costruttori con 109 punti davanti alla Ferrari che ne ha 90.[!BANNER]
Un successo, quello di Button, mai in discussione, da quando si è capito subito che lo scatto di Alonso, che al via lo aveva portato al comando, era solo il risultato di una partenza anticipata. Un successo proprio davanti al “diavolo nero”, quel suo compagno di squadra che sembrava il Dio della pioggia…
I due si sono “marcati” a uomo, non a vista perché la pioggia non gliene dava la possibilità. Tant’è che temendolo, Jenson ha chiesto più volte per radio dove diavolo fosse Hamilton. Il quale ha compiuto una serie di sorpassi incredibili, ma ha finito per danneggiare il suo pneumatico anteriore sinistro e non ce l’ha fatta a raggiungere il leader della gara. Ma già la scelta di un pit stop in più lo aveva penalizzato rispetto a Button e Rosberg, che hanno tenuto duro all’inizio evitando il primo cambio gomme quando è arrivata la pioggia vera.
In condizioni di bagnato ci si aspettava qualcosa di più da Vettel, che più di una volta ha dimostrato caratteristiche di grande “navigatore” nel diluvio. Ma evidentemente il tedesco aveva un assetto meno performante delle McLaren e non è riuscito a far altro che terminare a sandwich delle due Renault, dietro al solito positivo Kubica e un arrembante Petrov.
E le Ferrari? Quel balzo di Alonso al via ha galvanizzato tutti, ma solo per pochi secondi, quando al replay è stato chiaro che si trattava di un avvio anticipato. Così ancora una volta Alonso si è dovuto impegnare in una gara di rincorsa, con sorpassi decisi, compreso quello sul suo compagno Massa all’inizio della corsia box per entrare per primo a cambiare le gomme.
Ma chi è uscito più malconcio da questa gara, l’ultima prima delle prove europee, è stato il pluricampione del mondo Schumacher, ben lontano dal compagno di squadra che è andato a podio, ma soprattutto svillaneggiato da sorpassi da parte di tutti, da Alguersuari a Petrov, che sono arrivati in F1 solo ora e che probabilmente avevano sognato, come tifosi, le imprese del campione di Kerpen.
Non è comprensibile come la Mercedes riesca a preparare una monoposto che a Rosberg va benissimo, mentre Schumy si è lamentato a lungo della sua vettura. Chi aveva pronosticato un grande ritorno del campione tedesco si sta ora ricredendo…
La gara, grazie alle avverse condizioni atmosferiche, pioggia leggera poi a tratti più forte, è stata emozionante non fosse altro che per la serie di soste ai box e i cambiamenti di fronte. Ma basta andare a vedere chi si è fermato meno volte per capire chi ha indovinato la strategia.
Certo bisognava avere una macchina a posto per questo tipo di gara. E la McLaren, velocissima grazie al suo “F Duct”, il condotto che porta aria all’alettone posteriore facendolo “stallare” in rettilineo, ha dimostrato di essere la vettura da battere. Ora tutti stanno correndo ai ripari, cercando in tutti i modi di non far lavorare l’ala posteriore in rettilineo, e guadagnare velocità
Anche la Ferrari ha provato qualcosa del genere, ma non sarà pronta prima delle gare europee. Che tra l’altro si presentano con ulteriori problemi, dal momento che, quando stiamo scrivendo, molti voli sono stati sospesi per le ceneri vaganti nell’atmosfera provenienti dal vulcano islandese.
La sfida continuerà il 9 maggio, sul circuito spagnolo di Montmelo a Barcellona. Il tempo a disposizione per presentarsi, e portare modifiche, è molto poco…