Il Senato ha approvato oggi il disegno di legge sul Codice della Strada, tante novità e un no all’innalzamento dei limiti di velocità a 150 km/h
Il Senato ha approvato oggi il disegno di legge sul Codice della Strada, tante novità e un no all’innalzamento dei limiti di velocità a 150 km/h
Il Senato ha approvato oggi, con 138 voti a favore, 3 contrari e 122 astenuti, il disegno di legge che apporterà diverse modifiche al Codice della Strada, consentendo così di arrivare al prossimo passaggio che vedrà il ritorno alla Camera al fine di ricevere l’approvazione definitiva. Sono diverse le novità che faranno parte del nuovo Codice della Strada, ma una delle mancate novità che più spicca è il no definitivo all’innalzamento dei limiti di velocità massima a 150 km/h rispetto ai 130 attuali in alcuni tratti autostradali. Soddisfazione è stata espressa dal Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che ha dichiarato: “É una legge equilibrata frutto di un inteso lavoro bipartisan, che mira ad elevare livelli sicurezza e abbattere numero vittime”.
Tra le tante novità previste spiccano le norme più stringenti sull’uso di alcol per i professionisti del volante e per chi ha la patente da meno di 3 anni, che non potranno più bere bevande alcoliche prima di mettersi in strada. Introdotto poi l’obbligo di sostenere un esame per riacquisire i punti sottratti dalla propria patente, mentre arriva l’obbligo di utilizzare la cintura di sicurezza anche per chi viaggia su una microcar. Obbligo di utilizzo del casco per i bambini al di sotto dei 14 anni che vanno in bici, mentre è saltata la controversa proposta che mirava a dare una sorta di immunità ai conducenti delle auto blu e che tante polemiche aveva scatenato nelle scorse ore. No anche allo sconto sulle contravvenzioni.[!BANNER]
Introdotta infine la rateizzazione delle multe a partire da 200 euro a patto che si abbia un reddito non superiore a 10.628,16 euro. Mano pesante, invece, per chi modifica ciclomotori e minicar per aumentarne le prestazioni, con sanzioni che osciallano da 389 a 1.556 euro.
Si assiste insomma all’ennesimo inasprimento e al teorico giro di vite all’italiana. Infatti, seppur gli obiettivi dichiarati sono quelli di maggior sicurezza, pare chiaro come, anno dopo anno, anziché perseguire la strada di una maggior efficienza nei controlli e nell’applicazione delle leggi che già ci sono, si preferisca fare “la voce grossa” inasprendo le sanzioni, le multe e i divieti che rimangono poi, nella maggior parte dei casi, inapplicati.