Numerose associazioni e comitati di quartiere sono contrari allo svolgimento del GP di F1 in programma per agosto 2012 a Roma
Numerose associazioni e comitati di quartiere sono contrari allo svolgimento del GP di F1 in programma per agosto 2012 a Roma
La decisione di portare a Roma un Gran Premio del circuito di Formula 1 ha sollevato diverse critiche da parte dei cittadini, soprattutto di quelli che abitano nella zona (l’Eur) dove è previsto che corrano le monoposto. Dalle critiche si è passati alle proteste, che sono subito corse sul web al punto che è arrivato l’intervento del Ministero che fa sì che sia sempre più probabile lo stop.
“Siamo dovuti ricorrere a questa forma molto plateale di denuncia – aggiungono i cittadini riuniti nel coordinamento anti Gran Premio – perché non siamo mai stati convocati in modo ufficiale da parte del sindaco Alemanno e tantomeno è stata mai tenuta in considerazione la nostra opinione nonostante tutti gli appelli sottoposti alle istituzioni. Evidenziamo il fatto di non aver avuto alcuna informazione sull’impatto ambientale e su quello economico e sociale di un’operazione che rischia di trasformarsi in una ferita inguaribile in seno al quartiere dell’Eur”.
Anche il ministro dei Beni culturali aveva chiesto informazione, con particolare riguardo alla valutazione dell’impatto ambientale, della tutela dei monumenti, ma anche degli “interessi contrapposti”. Elementi indispensabili per decidere se dare o no il via libera al Gran Premio che dovrebbe svolgersi ogni anno a partire dall’agosto del 2012 o del 2013. [!BANNER]
Mentre il progetto del Flammini Group prevede una serie di soluzioni per attenuare al massimo l’impatto sulla mobilità della competizione, il presidente di Legambiente Lazio non è dello stesso parere: “Quel che contestiamo alla radice è l’idea che sta dietro l’organizzazione di una gara motoristica a Roma: perché valorizzare rumore e smog dei tubi di scappamento invece dei tanti beni ambientali e culturali che rendono unica la città?”.
L’evento, secondo alcuni rappresentanti della zona, potrebbe portare alla distruzione di alberi e aree verdi, senza contare i contributi pubblici per realizzare costosissimi lavori con un sostanziale danno alla comunità.