Nasce dal Web e dalla passione un progetto tutto italiano per rilanciare De Tomaso. Obiettivo: trovare 800.000 euro entro fine aprile.
Nasce dal Web e dalla passione un progetto tutto italiano per rilanciare De Tomaso. Obiettivo: trovare 800.000 euro entro fine aprile.
Salvare De Tomaso? Ora ci pensa la gente comune. Privati cittadini, provenienti da diverse zone d’Italia e accomunati da un desiderio: riportare, un giorno, nei listini delle Case auto lo storico marchio fondato a Modena nel 1959 da Alejandro De Tomaso e, di fatto, chiuso nel 2012 dopo la presentazione in pompa magna (anche al Salone di Ginevra 2011) del prototipo Deauville, in seguito alla messa in cassa integrazione delle forze lavoro (nel frattempo trasferitesi a Grugliasco, in provincia di Torino, negli ex stabilimenti Pininfarina) e al successivo fallimento dell’azienda. Il metodo operativo per mettere in pratica il sogno ha un mome (“Riscattiamo la De Tomaso“), una propria pagina Facebook, un sito Web in preparazione e una strategia che si basa sul crowdfunding (ovvero un piano di finanziamento collettivo), per raccogliere entro fine aprile 800.000 euro da mettere sul Banco per riportare in auge il marchio De Tomaso e salvare il posto di lavoro agli 800 addetti negli stabilimenti di Grugliasco che da divembre 2014 si trovano in mobilità.
Per ora, all’indomani della complessa vicenda – Rossignolo e nei giorni che vedono in prima fila i sindacati (segnatamente Fiom-Cgil) nella richiesta rivolta a imprese e istituzioni di farsi carico della sorte degli 800 lavoratori De Tomaso, il destino del marchio fondato da Alejandro De Tomaso è legato a due offerte. Andiamo con ordine: la proposta più alta, è attualmente della holding cinese Ideal Team Venture che ha messo sul piatto una offerta di 510.000 euro per rilevare il marchio; l’altra offerta è stata avanzata da Genii Capital, fondo di investimento lussemburghese (attiva nel motorsport con la gestione di Lotus F1) che ha offerto 500.000 euro.
I tribunali hanno ancora pochi giorni per decidere; nel frattempo, ecco avanzata la terza via per il rilancio di De Tomaso: un progetto interessante, perché frutto della passione da parte delle persone comuni, e che – caso più unico che raro, a livello italiano, di raccolta fondi per mantenere intatti i posti di lavoro e non far emigrare all’estero l’eccellenza del “made in Italy” – permetterebbe a tutti di partecipare, con qualsiasi cifra, a un ambizioso programma: riportare in auge il marchio De Tomaso. Un po’ come avvenne a suo tempo, in Svezia, con Koenigsegg, marchio nato grazie a una raccolta di fondi attraverso i privati cittadini. I responsabili del progetto “Rilanciamo la De Tomaso“, finora una decina di persone (liberi professionisti, esperti di economia e di software, ingegneri, architetti) affermano di avere già stilato “Un piano industriale a breve – medio termine finalizzato a diverse tipologie di progetti, non soltanto legati al comparto automotive, che, entro pochi giorni, sarà proposto ai sindacati, e che come importante freccia al proprio arco ha il mantenimento dell’eccellenza italiana, senza ‘svalutarla’ portandola all’estero, attraverso il reintegro degli ex lavoratori De Tomaso ora in mobilità”.
La palla, a questo punto, passa ai tribunali: la data nella quale i guidici saranno chiamati a decidere a chi affidare il rilancio di De Tomaso si avvicina a grandi passi: vedremo se la proposta “popolare” di “Rilanciamo la De Tomaso” sarà accolta con favore. Resta soltanto da dissipare un dubbio: se la “raccolta fondi popoltre” di “Rilanciamo la De Tomaso” non dovesse andare a buon fine, quale sarà la sorte del denaro raccolto entro fine aprile? “Sarà devoluto ai lavoratori De Tomaso – rispondono i responsabili del progetto – Un piccolo gesto, ma che testimonierebbe loro che c’è chi in Italia crede davvero alle nostre eccellenze nazionali”.