Sono più di 2,7 milioni gli esemplari di Ford, Mazda e Nissan nei quali l’HNTSA avrebbe riconosciuto un difetto agli airbag.
Nuovo capitolo per l’annoso “affaire” Takata: una vicenda, questa legata all’azienda giapponese leader mondiale nella produzione di airbag, che sembra non terminare mai. Dopo la dichiarazione di bancarotta, avanzata dal costruttore nelle scorse settimane (un crac da 10 miliardi di dollari di passività: il più importante per una società industriale giapponese dalla fine della Seconda Guerra mondiale), proprio in questi giorni negli Usa è stata accertata l’undicesima vittima provocata da uno dei “cuscini d’aria” realizzati da Takata. Adesso, a tutto questo si aggiunge il riconoscimento di oltre 2.700.000 airbag difettosi, in equipaggiamento a modelli della gamma Ford, Mazda e Nissan venduti in nord America.
A farsi carico dell’annuncio è l’NHTSA – National Highway Traffic Safety Administration,l’ente gorvernativo degli Stati Uniti, che fa capo al Dipartimento federale dei Trasporti e deputato all’indicazione degli standard in merito alla sicurezza stradale.
Nel dettaglio, il provvedimento riguarda un maxi-lotto di veicoli prodotti fra il 2005 e il 2012: specificamente, si tratta di modelli Ford (2,2 milioni di unità), Mazda pickup della “Serie B” (circa 6.000 esemplari) e Nissan versa (627.000 unità).
La massiccia campagna di richiamo sugli airbag Takata va a sommarsi al quantitativo-monstre di veicoli richiamati entro il 2019, in seguito all’accertamento di 17 vittime e oltre 180 feriti in tutto il mondo: ben 125 milioni di unità. Di questi, oltre 46 milioni di esemplari sono stati richiamati negli USA, il 65% dei quali non sarebbe stato ancora sottoposto all’aggiornamento tecnico.
Occorre precisare che, dal canto loro, i vertici Takata avevano evidenziato come l’adozione del nitrato d’ammonio nei propri airbag, con l’obiettivo di assorbirne l’umidità, fosse sicuro. L’attuale tornata di richiami, tuttavia, dimostrerebbe come questo sistema potrebbe rivelarsi addirittura molto pericoloso in caso di apertura improvvisa dell’airbag, come ha del resto osservato il senatore Bill Nelson: “I portavoce Takata hanno dichiarato pubblicamente che il composto anti-umidità contenuto nei propri airbag sia sicuro. Personalmente, ritengo che questa nuova campagna di richiami ponga sul tavolo delle questioni importanti riguardo al trattamento sviluppato da Takata. Se altri componenti difettosi venissero scoperti, la situazione potrebbe evolversi ulteriormente: dal più grande richiamo della storia automotive a qualcosa di insopportabile”.