Con la conquista delle prime due posizioni del podio, al GP del Brasile la Red Bull agguanta il mondiale costruttori con una gara d’anticipo
Con la conquista delle prime due posizioni del podio, al GP del Brasile la Red Bull agguanta il mondiale costruttori con una gara d’anticipo
Ancora una volta, come era facile prevedere, dominio delle Red Bull in Brasile, che arrivando prima e seconda garantiscono alla squadra di Mr. Mateschitz il Mondiale Costruttori. Dopo soli cinque anni di vita questa squadra, nata dalle ceneri della Jaguar, si aggiudica questo ambito titolo, anche se proprio costruttore di auto non è, e sopravvive sul marketing della nota bevanda energizzante in lattina…
Comunque onore al merito del team tecnico guidato da quel genio che risponde al nome di Adrian Newey, che è stato in grado di disegnare una monoposto a suo agio quasi su tutti i circuiti. Ancora una volta, tra i due pretendenti al titolo, il più maturo Webber (34 anni) e il giovanissimo Vettel, pupillo e creazione di Helmut Marko, scopritore di talenti e gran consigliere di casa Red Bull, l’ha spuntata il secondo, il più giovane. Che sarà ancora irruento, a volte testa calda, ma certamente la migliore realtà nel vivaio dei giovanissimi.
Sebastian Vettel non ha veramente sbagliato niente. Al via dalla prima fila è scattato meglio del poleman Hulkenberg e ha preso il comando delle operazioni. E nonostante l’inserimento di una safety car, che ha compattato il lotto e azzerato il vantaggio, quando ha avuto strada libera si è di nuovo allontanato per andare a vincere davanti al compagno di squadra Webber.
Cosa poteva fare Alonso, terzo per gran parte della gara, che non abbia fatto? Lo spagnolo è stato impeccabile, e anche se non avvantaggiato dalla safety car ha mantenuto la terza piazza e a fine gara ancora 8 punti di vantaggio su Webber, che lo fanno, alla vigilia dell’ultima prova, ancora l’uomo da inseguire e battere.
Arriviamo così alla vigilia dell’ultima gara, quella in programma ad Abu Dhabi, in pieno deserto, dove le Red Bull si presentano ancora come favorite. E solo su questo circuito si vedrà quale strategia la squadra austro-inglese vorrà adottare, anche in funzione di come saranno disposte le vetture in gara.
Dovendo pensare che queste due vetture potrebbero essere davanti come si comporterà il “muretto” di fronte al rischio (se Alonso sarà alle loro spalle) di perdere il Mondiale Piloti? Se si ripeterà la doppietta di Interlagos la vittoria andrà al ferrarista, ormai lo sanno tutti. Ma se si invertissero i due piloti Red Bull Mark Webber potrebbe ancora farcela…
Siamo di fronte a due scuole di pensiero un poco diverse. Stefano Domenicali, diesse Ferrari, ha detto chiaramente che, con le monoposto di Newey, alla Ferrari avrebbero già vinto il titolo da tempo… Chris Horner, diesse Red Bull insiste nel sostenere che la filosofia Red Bull è quella di lasciare completamente liberi i piloti, vinca il migliore.
Bellissimo. Ma sarà ancora così nel caso che abbiamo prospettato, cioè ancora come a Interlagos? Non sarà una doppietta sbagliata? C’è chi sostiene che alla Red Bull, dove non costruiscono autovetture, non hanno una tradizione del genere, non interessa più di tanto. Anzi, dovendo promuovere una bevanda giovane, possa far gioco poter sottolineare proprio ai giovani questa “lealtà” alle regole che in effetti vietano ogni combine, ogni input dato dal muretto box.
E se realmente si trovassero nella condizione di perdere incredibilmente questo titolo potrebbero sempre sostenere che Alonso lo ha vinto proprio grazie a un ordine partito dai box… Sarà proprio così, o assisteremo a un cambiamento di “pensiero” in corsa? Ecco perché il Gran Premio di Abu Dhabi sarà da seguire con attenzione, anche ascoltando le conversazioni via radio, più o meno in codice. [!BANNER]
Per il momento onore delle armi per chi ha vinto il Mondiale Costruttori, anche se per onestà bisogna ricordare che alla Red Bull c’erano due piloti che portavano punti, mentre nelle squadre avversarie, Ferrari e McLaren, chi portava punti era un solo pilota.
Lotta a tre, anzi a quattro nel deserto, visto che Hamilton, in ritardo di 24 punti da Alonso, in teoria è ancora in lizza per il titolo. Non è più in corsa Jenson Button (che a San Paolo ha rischiato anche di essere anche rapinato) e nemmeno i due piloti della Mercedes, giunti sesto e settimo, i soli ancora a pieni giri.