Con marchi noti coinvolti nella vicenda, la lista dei modelli da richiamare verrà pubblicata sul sito dell’NHTSA entro fine mese.
Continua l’odissea della giapponese Takata, l’azienda produttrice di airbag chiamata a risolvere i problemi dei noti sistemi di sicurezza di altri 3,3 milioni di veicoli per quella che è diventata la più grande campagna di richiamo di sempre.
Infatti, in base alle prove raccolte dall’ente NHTSA, acronimo di National Highway Traffic Safety Administration, gli ultimi richiami riguardano gli airbag frontali di veicoli costruiti negli anni 2009, 2010 e 2013.
Si tratta di modelli che fanno parte della gamma di diversi marchi noti: da Honda a Tesla passando per Toyota, Audi, BMW, Daimler, Fiat Chrysler, Ford, General Motors, Jaguar-Land Rover, Mazda, Mercedes-Benz, Mitsubishi, Nissan, e Subaru.
Tutti gli annunci relativi ai richiami sono stati pubblicati sul sito dell’NHTSA e le case riveleranno i modelli coinvolti entro fine mese, questi presentano airbag frontali contenenti il nitrato di ammonio e per questo non sono sicuri.
Infatti, questo prodotto chimico, utilizzato per creare una piccola esplosione, al fine di riempire rapidamente gli airbag in caso di incidente, tende al deterioramento se esposto ad alte temperature o all’umidità. Così, la combustione può diventare più rapida del previsto e rischia di far esplodere il contenitore metallico inviando schegge roventi agli occupanti dei veicoli.
Al momento, si pensa che queste siano la causa di 20 decessi e di altri 180 feriti nel mondo. Per questo, sul suo sito web, la Takata invita gli automobilisti a visitare il sito dell’NHTSA per verificare se le loro auto siano oggetto di richiamo.
Come conseguenza di questo scandalo, l’azienda ha presentato istanza di fallimento nel mese di giugno 2017, ma l’aspetto peggiore della vicenda è che la sostituzione degli airbag incriminati, da quando è stato verificato il problema, ha riguardato solamente la metà dei veicoli coinvolti.