Lo Sport Utility ad altissime prestazioni di Jeep guadagna, dopo la “cura” del tuner texano, il 20% di potenza: esteticamente rimane invariato, ma sotto al cofano eroga ben 852 CV.
Gli oltre 700 CV sprigionati dal nuovo Jeep Grand Cherokee Trackhawk potrebbero benissimo essere sufficienti a mettere d’accordo molti appassionati di veicoli high performance: una potenza da “super-GT” e un’immagine marcatamente “corsaiola”, unita a soluzioni di assetto adeguate, rappresentano gli atout del SUV full-size che aveva calamitato su di se le attenzioni del pubblico al Salone di New York 2017, dove era avvenuto il vernissage del “maxi-Sport Utility da sparo” di Jeep, marchio al centro di un ampio programma di sviluppo e riposizionamento attualmente sempre più centrale fra le strategie FCA. L’esorbitante carattere di Grand Cherokee Trackhawk si concretizza, su strada, in valori prestazionali da urlo: 290 km/h di velocità massima, 3”5 per lo scatto da 0 a 100 km/h e 11”6 sul quarto di miglio (i 400 m della “dragstrip”).
Ce ne sarebbe abbastanza per entusiasmarsi, tuttavia esiste una fascia di incontentabili enthusiast pronti a ricevere ulteriori dosi di potenza dal proprio veicolo. Un esempio, il primo per Jeep Grand Cherokee Trackhawk, arriva da Hennessey Performance, factory texana ben conosciuta dagli appassionati per le proprie realizzazioni-monstre (fra i progetti più recenti, ricordiamo Venom F5, hypercar da 1.500 CV esposta al SEMA di Las Vegas 2017; Ford F-150 VelociRaptor 6×6 proposto su due livelli di potenza: 450 e 600 CV; e una moderata ma attenta elaborazione per Ford Focus RS, nella quale il 2.3 EcoBoost guadagna 40 CV).
La carta d’identità relativa al progetto Jeep Grand Cherokee Trackhawk by Hennessey Performance la dice lunga sulle finalità del programma di elaborazione messo a punto dal tuner statunitense: lo rivela chiaramente la sigla di identificazione “HPE850”, che esprime la potenza (più precisamente: 852 CV) ottenuta “spremendo” l’unità motrice 6.2 V8 HEMI di Grand Cherokee Trackhawk. Come dire: 145 CV in più, corrispondenti ad un ulteriore 20% di “cavalleria” sotto il cofano.
Per arrivare a questo risultato, i tecnici Hennessey rendono noto di avere operato un preciso upgrade al software della centralina di gestione, oltre alla realizzazione di un nuovo sistema di alimentazione diretta e all’aumento della pressione di sovralimentazione. È sufficiente questo per ottenere un sensibile aumento di potenza.
L’aggiornamento al 6.2 V8 (abbinato al cambio automatico TorqueFlite ad otto rapporti con comando Select-Track per la commutazione fra le modalità di guida “Auto”, “Sport”, “Track”, “Tow” e “Snow”) rappresenta l’unica elaborazione operata da Hennessey Performance a bordo di Jeep Grand Cherokee Trackhawk, che si mantiene invariato – rispetto al modello “di serie” – in tutto il resto. Ovvero: vistoso (e decisamente aggressivo) bodykit aerodinamico che comprende nuovi splitter, specifiche “minigonne” laterali, un nuovo spoiler e due coppie di terminali di scarico, ammortizzatori adattivi Bilstein, cerchi da 20” dietro ai quali si cela un impianto frenante Brembo con dischi da 400 mm all’avantreno e 380 mm al retrotreno (in grado di fermare i 2.400 kg del SUV high performance di Jeep in circa 35 metri da 100 km/h) e, all’interno, sedili semianatomici, strumentazione analogico-digitale con fondoscala a 320 km/h e dispositivo infotainment UConnect con funzionalità per il controllo delle informazioni nella guida più “spinta”.