Le tensioni tra USA e Iran hanno fatto alzare le quotazioni del petrolio portando i prezzi dei carburanti alle stelle, ma il Codacons parla di rischio speculazione.
Il rialzo delle quotazioni del petrolio sui mercati internazionali rischia di avere la solita ricaduta negativa sulle tasche degli automobilisti italiani. Gli alti valori raggiunti dal greggio si stanno infatti riflettendo in questi giorni sui prezzi dei carburanti, con benzina e diesel schizzati alle stelle tanto da raggiungere livelli che non si vedevano da tempo.
Secondo le tabelle pubblicate dal Mise e aggiornate al 14 maggio, il prezzo medio della verde sulla rete italiana è tornato a superare quota 1,60 euro, attestandosi in media a 1,606 euro al litro e raggiungendo così i massimi dal luglio 2015. Sugli scudi c’è però anche il gasolio, arrivato a toccare 1,483 euro al litro e a bissare così i picchi raggiunti nel giugno di tre anni fa.
Le tabelle diffuse da Quotidiano Energia indicano che ad aumentare i prezzi raccomandati ai gestori delle stazioni sono state IP e Q8, con un incremento di 1 centesimo sia su benzina che su diesel, mentre Tamoil ha aumentato di 1 centesimo il costo per litro del gasolio.
Secondo queste rilevazioni, il prezzo medio della verde in modalità self oscilla dagli 1,629 delle compagnie tradizionali agli 1,592 euro praticati dai cosiddetti gestori “no-logo”. Per il diesel la media va invece da 1,673 a 1,507 euro, con il Gpl che varia da 0,657 a 0,623 euro al litro.
Sul rialzo delle quotazioni del petrolio pesa molto la tensione tra USA e Iran, ma c’è chi, come il Codacons, avanza lo spettro della speculazione volta ad approfittare della situazione internazionale per portare i prezzi dei carburanti alle stelle. Per questo motivo, l’associazione dei consumatori ha chiesto l’intervento dei NAS.