Harry e Meghan sono saliti a bordo di una bellissima Jaguar E-Type roadster per recarsi al ricevimento serale viaggiando nel massimo del silenzio.
Sarebbe stato difficile per chiunque sfuggire all’onda mediatica scatenata dal matrimonio tra il principe Harry e l’attrice americana Meghan Markle divenuti, rispettivamente, il Duca e la Duchessa del Sussex.
Tre le varie particolarità della cerimonia, una nello specifico ha colpito gli appassionati di automobili: la presenza di una Jaguar E-Type con cui gli sposi si sono recati dal Castello di Windsor al loro ricevimento serale.
Si tratta di una E-Type roadster dalla livrea celeste metallizzata, la quale stranamente, al momento dell’accensione non ha emesso alcun suono. Infatti, è una versione particolare dotata di un motore elettrico da 225 CV e di un pacco batteria agli ioni di litio da 40 kWh.
La linea è rimasta quella del lontano 1968, ma la tecnologia propulsiva è quella attuale, o meglio, quella che le case automobilistiche stanno proponendo oggi e che dovrebbe prendere piede su larga scala in futuro. Ovviamente, l’auto in questione è un esemplare dimostrativo di come si possono reinterpretare i grandi classici del passato, ma non è destinata alla produzione in piccola serie, almeno per ora.
“La Concept Zero combina la rinomata esperienza dinamica della E-Type con le prestazioni migliorate attraverso l’elettrificazione, ha dichiarato lo scorso anno il direttore di Jaguar Land Rover Classic Tim Hannig. Questa combinazione unica crea una sensazione di guida mozzafiato”. Parole che non tutti gli appassionati apprezzeranno e condivideranno, presi da una certa nostalgia verso il motore termico a 6 cilindri della vettura originale.
Oltre al motore, questa vettura unica nel suo genere si è distinta per un’altra caratteristica anomala per un’auto inglese: la guida a sinistra. Infatti, Harry ha aperto lo sportello destro per far salire Meghane a bordo, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Comunque, la coppia reale non sembrava far caso a tutti questi particolari, piuttosto era raggiante per l’occasione e affascinata dalla linea mozzafiato della vettura che Enzo Ferrari aveva definito a suo tempo “la più bella del mondo”.