Prove di apertura ad un dialogo fra la cancelliera tedesca all’interno della UE (“Bisogna fare fronte comune”) e con gli USA. Fra le possibilità, una ridiscussione bilaterale delle tariffe.
Niente “occhio per occhio” da Berlino a Donald Trump. Ovvero: quanti nei giorni scorsi avessero avuto modo di temere, da parte di Angela Merkel, una “reazione uguale e contraria” alla minaccia di gravare con imposte doganali fino al 20% gli autoveicoli costruiti in Europa e destinati agli USA, ora possono tirare un sospiro di sollievo. Nel senso: la cancelliera tedesca ha scelto di non allinearsi alle “voci di corridoio” che nelle scorse ore sembravano prevalere negli ambienti di Bruxelles e che, in un primo momento, sembravano far prevalere l’ipotesi dell’imposizione di dazi alla “mannaia” delle tasse in entrata dei veicoli nel territorio statunitense. Al contrario, Merkel sembra dare ascolto alle esigenze della filiera automotive nazionale, che vede i mercati nordamericani (e USA in particolare) come privilegiati e, per questo, chiede a gran voce un accordo.
Angela Merkel, ha riportato nelle scorse ore Reuters, si è dichiarata favorevole verso un ribasso delle tasse di entrata europee sulle importazioni di autoveicoli. Si tratta, quindi, di una sostanziale apertura, da parte della cancelliera tedesca, a quanto espresso precedentemente da Washington, e cioè che gli Stati Uniti potrebbero ritirare la minaccia di aumento dei dazi sulle importazioni di auto dall’Ue in cambio di concessioni. Sul taccuino delle priorità di Angela Merkel, riporta la Reuters, permane la volontà di fare in modo che i ribassi alle tasse di importazione non riguardino soltanto gli USA, ma anche altri Paesi, per far sì che il piano rimanga conforme alle regole WTO; e che la negoziazione che riguardi una ridiscussione delle tariffe sulle importazioni di autoveicoli (intesa che vede “Pronta” la stessa Merkel) vada peraltro condivisa da tutti i Paesi. In buona sostanza, Merkel auspica una posizione europea comune.
Attualmente, i dazi applicati dagli USA all’ingresso di autoveicoli sul territorio federale e che provengono dai Paesi UE ammontano, rispettivamente, al 2,5% (autovetture) e 25% (SUV e pick-up). Al di qua dell’oceano, le tariffe doganali dagli USA sono del 10% per tutte le autovetture. Va tenuto conto, del resto, che l’indicazione di “auto europee” più volte sottolineata dal presidente USA Donald Trump va considerata come rivolta al prodotto “made in Germany”, essendo gli Stati Uniti mercato di primo piano per le Case produttrici tedesche.
Del resto, la recente dichiarazione di Angela Merkel arriva a poca distanza temporale dal meeting fra Richard Grenell (ambasciatore USA in Germania) e le rappresentanze dei “big Three” tedeschi, ovvero Bmw, Daimler-Benz e Volkswagen. Durante l’incontro fra il rappresentante diplomatico di Washington in Germania e i vertici dei tre principali Gruppi automotive tedeschi sarebbe stata avanzata l’ipotesi di non applicare più dazi sulle auto europee in ingresso negli USA, qualora vengano eliminate le tasse europee sull’importazione di veicoli dagli Stati Uniti d’America: un agreement bilaterale che potrebbe dare il via ad una nuova fase di trattative.