“E” sta per benzina, “B” sta per diesel (e accanto i numeri che indicano la percentuale di biocombustibile presente); “XTL” come gasolio sintetico; “CNG” metano auto, LNG per metano liquido, “LPG” per Gpl.
Alcuni utenti si saranno domandati, in questi mesi, cosa indicassero quegli “strani” codici alfanumerici che compaiono sulle pistole di erogazione del carburante alle stazioni di rifornimento. Si tratta della nuova etichettatura per benzina, diesel, Gpl e metano che entra in vigore, oggi, in ossequio a quanto disposto dalla direttiva EN 16942, in ottemperanza all’art. 7 della direttiva europea DAFI 2014/94/UE che stabilisce le linee-guida in merito alla realizzazione di una infrastruttura comunitaria per i combustibili alternativi. Un concetto forse astruso da apprendere, sulle prime; in realtà, non è, né più né meno, che un “linguaggio universale” comprensibile a tutti – automobilisti, motociclisti, autotrasportatori – che, all’estero, necessitino di rifornire il proprio veicolo e debbano giocoforza farsi capire dagli addetti alle stazioni di servizio. Come dire: un “esperanto del carburante” voluto, a livello comunitario, per agevolare la comunicazione fra i Paesi UE ed eliminare qualsiasi dubbio in merito alla richiesta del carburante per il serbatoio della propria auto, moto, del proprio autocarro o bus.
Di conseguenza: non compaiono più le “tradizionali” indicazioni “benzina verde”, “gasolio”, “Gpl”, “metano”; al loro posto, ci sono etichette di vario codice alfanumerico e varia forma (tonde, quadrate, di colori differenti), che indentificano lo specifico combustibile. La normativa che ridefinisce i nuovi standard di etichettatura carburanti, in vigore da oggi, è valida per tutti i 28 Paesi membri dell’Unione Europea, Paesi EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e Macedonia, Serbia e Turchia; riguardo al Regno Unito, alle prese con la Brexit, si attende una decisione in merito se adeguarsi ai nuovi standard o meno.
Tutti i veicoli a motore di nuova omologazione o “messi su strada” a partire da oggi (12 ottobre 2018) riportano sul tappo carburante lo specifico simbolo europeo che ne identifica il combustibile di alimentazione: questo vale non soltanto per le autovetture, ma anche per i veicoli commerciali leggeri, automezzi pesanti, bus, motocicli, ciclomotori, tricicli a motore e quadricicli. “Ovviamente”, per i veicoli già in circolazione non c’è alcun obbligo (e può essere che la normativa oggi in vigore determini la nascita di un nuovo accessorio aftermarket: gli adesivi da apporre all’interno dello sportello carburante, o – nel caso dei motocicli – a fianco del bocchettone posto sul serbatoio).
Nello specifico, l’etichetta assume forma circolare per tutti i tipi di benzina, e quadrata per il gasolio. Per il rifornimento di benzina, occorre tenere d’occhio la prima lettera di codice, “E”, che viene seguita da un numero indicante la percentuale dei componenti. Ad esempio: “E5” corrisponde ad un 5% di alcol etanolo; “E10” per il 10%, e così via. Riguardo al diesel, all’interno dell’etichetta quadrata c’è la lettera “B”, ad indicare i componenti del biodiesel: “B7” corrisponde ad un 7% di biodiesel, “B10” ne traduce una percentuale al 10%, e “B100” che, invece, indica il biodiesel puro. Se dovesse capitare di leggere “XTL” sull’erogatore, ciò indica gasolio totalmente sintetico, non prodotto cioè da raffinazione del greggio. Analogamente, i combustibili gassosi vengono “etichettati” con un simbolo a forma di rombo, nel quale si indica la sigla dello specifico carburante “alternativo”: “H2” per l’idrogeno (la stessa DAFI 2014/94/UE, va ricordato, ne prevede 25 stazioni di rifornimento; soltanto in tempi recenti l’Italia ha fatto rientrare l’idrogeno nel programma di sviluppo infrastrutture carburanti alternativi), “CNG” per il gas naturale compresso (ovvero il metano per autotrazione), “LNG” per il gas naturale liquefatto (metano liquido) ed “LPG” ad identificare il GPL (gas di petrolio liquefatto). Nessuna “etichettatura”, al momento, per i veicoli elettrici ed ibridi, che saranno codificati più avanti (discorso superfluo per i veicoli “100% zero emission”: a meno di non essere presi per individui quantomeno stravaganti, è pressoché impossibile tentare di fare un “pieno” di energia alla propria auto o moto elettrica attraverso l’erogatore di combustibili… Scherzi a parte, un comunicato congiunto Anfia-Ancma-Unione Petrolifera-Assopetroli Assoenergia anticipa, a questo proposito, che “Una serie di etichette simili, attualmente in via di sviluppo, saranno apposte sui veicoli di questo tipo – veicoli elettrici, n.d.r. – e sulle stazioni di ricarica in modo da indicare agli utenti-conducenti del veicolo la maniera più adatta per ricaricare le batterie”).
La normativa comunitaria entrata in vigore in questi giorni risponde ad una precisa necessità tecnica: oltre a meglio identificare la percentuale di biocomponenti nei combustibili in virtù della citata “linea guida sulla realizzazione di infrastrutture per combustibili alternativi” e a semplificare la comunicazione nei Paesi UE, può anche tornare utile per individuare il carburante più adatto alla corretta alimentazione della propria auto, in special modo per i motori di ultima generazione, più “delicati” nell’impianto di alimentazione rispetto a quelli maggiormente datati. Quanto alla precisa scelta della benzina per la propria vettura, sarà bene, almeno nei primi tempi, chiedere indicazione ai gestori delle stazioni di servizio. In ogni caso, come detto, per i veicoli di nuova immatricolazione la etichetta corrispondente al combustibile più adatto da utilizzare viene riportata all’interno del libretto di uso e manutenzione.
In linea generale, suggeriscono Anfia-Ancma-Unione Petrolifera-Assopetroli Assoenergia, è utile sapere che la sezione del “collo” del bocchettone del serbatoio nei veicoli a benzina è, proprio per evitare errori di rifornimento, molto più piccola della pistola di erogazione del gasolio: fermo restando che “Gli utenti-conducenti del veicolo sono pienamente responsabili per il modo in cui riforniscono i propri veicoli”, questo “distinguo” tecnico può aiutare gli automobilisti ad evitare di mettere gasolio in un’auto a benzina, sebbene è in teoria possibile il contrario (sempre bene, ad evitare errori, osservare l’interno dello sportello di rifornimento, o il tappo, sui quali è presente l’etichetta “gasolio”). A scanso di equivoci, può tornare utile dare un’occhiata ai prezzi alla pompa: in questo modo sarà più semplice, sulla base delle differenze, individuare il carburante corretto.