Due impatti devastanti ad una velocità di 50 km/h che confermano perché la vettura dell’Ovale Blu ha meritato le famose 5 stelle dell’Euroncap.
Tra le tante qualità presenti in un’auto la sicurezza è sicuramente la più importante, o almeno lo diventa negli istanti eterni in cui ci si ritrova coinvolti in un incidente, visto che sono così tante le variabili in determinate situazioni che è impossibile sfuggire all’impatto. Per questo le case automobilistiche investono milioni di euro al fine di rendere sempre più protettivi i loro modelli. Lo sa bene Ford che ha destinato 15,5 milioni di euro ad una struttura specifica realizzata presso l’impianto di Colonia e terminata nel 2018.
D’accordo, detta così appare come la solita notizia, importante ma fredda, per questo siamo andati a vedere come funziona l’area dedicata alla sicurezza, anche per capire quanto lavoro c’è dietro alla nascita di una vettura a 5 stelle come la nuova Focus.
Arriviamo in un’insolita mattina teutonica assolata e l’attesa è palpabile tra i colleghi provenienti da tutta Europa, c’è voglia di capire, di comprendere come si sviluppano e come funzionano i sistemi che all’atto pratico possono tenerci in vita, magari evitando che un incidente lasci segni indelebili sul nostro corpo.
Nella stanza accanto un gruppo di manichini speciali è lì come un allegra famiglia inconsapevole del suo destino, proprio come quelle che ogni giorno si mettono in viaggio senza conoscere cosa gli riserverà la strada.
Ci sono manichini di tutte le taglie, persino dei bambini, perché anche loro viaggiano con noi, e, curiosità, hanno tutti le stesse scarpe, perché si utilizzano delle calzature specifiche nei crash-test, delle scarpe militari americane. Addosso hanno ben 77 sensori ed elementi che ripropongono in maniera molto vicina a quella reale, sia la colonna vertebrale che il bacino, le braccia e le gambe.
Passano pochi minuti e già vediamo dei tecnici che lavorano su due di loro per preparare lo sled test in cui c’è una sorta di prototipo che viene investito da un pistone gigante simulando ad esempio l’impatto con una roccia grazie ad una struttura dotata di un circuito idraulico con olio pompato a 300 bar. In questo caso si utilizzano manichini specifici per l’impatto frontale da 78 kg con colori diversi che vanno ad individuare diverse zone del volto.
Dopo una fase a rallentatore il pistone fuoriesce in un lampo e scaraventa lontano la “semiauto” con una forza di 2,5 Mn che si traduce in un’accelerazione di 90 g difficile da spiegare a parole, ma che risulta decisamente impressionante. A seguito dell’impatto i manichini mostrano i segni sul volto nelle zone che a loro volta hanno colpito l’airbag frontale il quale si è aperto in 12 millisecondi, leggermente in ritardo rispetto alle cinture che in appena 8 millisecondi hanno stabilizzato il corpo dei manichini. Alla fine, i due passeggeri non hanno subìto danni e in una situazione reale gli occupanti se la sarebbero cavata solamente con un grande spavento.
Giusto il tempo di riprendersi ed ecco che veniamo condotti in una seconda area per il secondo test in cui si simula un urto frontale con l’auto che impatta un muro a 50 km/h, procedendo quindi a 15 m/s dopo essere stata spinta da una slitta con un cavo d’acciaio di 200m alimentata da un motore elettrico.
In questo caso ci sono quattro manichini e i due nella zona posteriore hanno le dimensioni di un bambino di 12 anni e di un altro in tenera età sistemato all’interno dell’apposito seggiolino, la classica famiglia insomma. Prima di assistere al test però gli uomini Ford ci ricordano come la nuova Focus sia più leggera di 88 kg rispetto al modello precedente grazie al largo utilizzo di alluminio nei punti strategici della scocca, e questo nonostante l’aumento delle dimensioni a livello della lunghezza generale e del passo, proprio quest’ultimo è fondamentale perché indica una maggiore abitabilità nella zona posteriore dove ci sono 86 mm in più in larghezza e 56 mm in più per le ginocchia. Ma non c’è più tempo per le considerazioni del caso, l’auto è pronta a partire e quando arriva ad impattare sul muro l’urto agita lo stomaco, poi, come in un incidente vero, ci avviciniamo alla zona illuminata a giorno per constatare i danni. Il frontale ha assorbito bene l’impatto e ne porta tutti i segni ma l’abitacolo è rimasto intatto con tutti gli airbag che sono rimasti gonfi ad avvolgere gli occupanti che, anche in questa situazione, sono stati protetti al meglio. Piano piano vengono bucati gli airbag per osservarli con più cura, ma è devastante assistere dal vivo ad un impatto del genere.
Fortunatamente però, le auto di oggi, e in questo caso la Ford Focus, hanno raggiunto un livello di sicurezza elevato, grazie alla tecnologia che poi si riflette anche su quei sistemi che aiutano il guidatore anche per evitare gli incidenti, perché se è bene proteggere al meglio gli occupanti, è ancora più importante evitare che questi siano soggetti ad eventuali impatti. Per questo abbiamo provato anche parte dei sistemi che assistono l’automobilista nella vita di tutti i giorni.
Cominciamo con quello che consente di evitare un pedone, come succede spesso in città quando un passante spunta da dietro un’auto parcheggiata a bordo strada e attraversa all’improvviso. Saliamo a bordo di una Focus wagon ed impostiamo il cruise control sui 30 km/h, la vettura viaggia tranquilla fino a quando non arriva un finto pedone all’improvviso, a quel punto l’auto frena da sola fino ad arrestarsi completamente ed il pedone è salvo. L’esperimento è stato ripetuto più volte ed ha sempre funzionato. Così come ha funzionato il sistema che avvisa il guidatore sull’arrivo di eventuali veicoli durante l’uscita da un parcheggio in retromarcia, un dispositivo utile nei centri commerciali, che attiva un segnale acustico, uno visivo sui retrovisori dotati di sistema di rilevamento di veicoli nell’angolo morto, ed un avviso all’interno della strumentazione. A quel punto è difficile che un’automobilista proceda con la manovra perché l’istinto porta a fermarsi fino a che la situazione torni sotto controllo.
Ma la Ford Focus di nuova generazione è capace di guidare quasi da sola, come abbiamo verificato nei dintorni di Colonia: impostando il cruise control adattivo e lasciando le mani sul volante, l’auto rallenta, segue la strada, e rimane in carreggiata senza problemi. Al conducente non rimane altro da fare che supervisionare il tutto, ma lo stress da traffico si riduce notevolmente, così come quello da parcheggio con il sistema che assiste il guidatore (sulla Focus con cambio automatico) e, una volta individuato lo spazio necessario per la manovra, sia nei parcheggi in linea che a spina di pesce, è sufficiente posizionare la leva del cambio in N e premere l’apposito pulsante per vedere l’auto prendere il comando delle operazioni sterzando, accelerando e frenando. All’inizio si prova un po’ di titubanza, ma poi si scopre quanto possa essere pratico nella vita di tutti i giorni.
Al termine di questa giornata intensa abbiamo capito che il mondo dell’auto ha compiuto passi da gigante sotto il profilo della sicurezza, ma che la strada per l’incolumità degli occupanti è ancora lunga soprattutto sulle autostrade, dove la velocità è quasi il triplo di quella dei crash-test, per cui ben vengano tutti i dispositivi che aiutano a mantenere la giusta distanza di sicurezza e a rimanere in carreggiata, ma alla fine le decisioni dell’uomo al volante risultano fondamentali, quindi è necessario non farsi distrarre dagli smartphone, e viaggiare a velocità adeguata.