Gabriele Tarquini si laurea campione del mondo del WTCR 2018 a bordo della Hyundai i30N TCR. Il pilota di Giulianova, 56 anni, autore di una straordinaria impresa, si concede per alcune domande.
L’Italia ha un campione del mondo di automobilismo in questo 2018, si tratta di Gabriele Tarquini che ha conquistato il titolo nel mondiale WTCR con la Hyundai i30N TCR del BRC Racing Team. La conquista dell’iride è arrivata solamente all’ultima gara di Macau, quando sono bastati tre punti di vantaggio su Yvan Muller per laureare il pilota italiano campione del mondo all’età di 56 anni. Anche il titolo costruttori è stato vinto da Hyundai, grazie al MRacing YMR Team, la squadra di Yvan Muller, a testimonianza di quanto sia stato ottimo il lavoro svolto durante l’anno dai tecnici della Casa coreana per avere una vettura competitiva e in grado di trionfare fin da subito.
La stagione del veterano Tarquini è stata condita da cinque successi e arriva all’ultimo appuntamento della stagione con 39 punti di vantaggio su Muller, un buon margine da gestire ma i tre round di Macau hanno nascosto delle insidie in grado di scombinare i piani del pilota originario di Giulianova. In Gara-1 Tarquini parte bene, prendendo la quarta posizione, che riesce a tenere stretta fino alla bandiera a scacchi. Nel frattempo il suo rivale nel campionato piloti chiude al secondo posto, recuperando qualche vitale punticino.
In Gara-2 però la dea bendata sembra voltare le spalle a Tarquini, perché dopo una partenza dalla quattordicesima piazzola della griglia, a causa di un incidente in qualifica, il pilota italiano viene coinvolto in un contatto alla terza curva, che causa dei gravi danni al frontale della Hyundai i30N TCR. Con tenacia l’alfiere di Hyundai riesce a riportare la vettura ai box, di modo che possa essere messa in sesto per l’ultima sfida, quella decisiva. Muller, intanto, riesce a salire sul podio con un altro terzo posto, riducendo lo svantaggio iniziale a soli 18 punti.
Tutto si decide nell’ultimo atto, la Gara-3, in cui sono necessari coraggio e sangue freddo. Tarquini scattato nuovamente dal quattordicesimo posto, riesce facilmente a raggiungere la top ten, mentre Muller non va oltre il quarto posto. Alla bandiera a scacchi Tarquini conserva un vantaggio di 3 punti su Muller, e questo significa che Tarquini torna campione del mondo, ancora una volta, a distanza di 9 anni dall’ultimo trionfo e dopo una lotta davvero aspra.
A distanza di qualche giorno dai festeggiamenti di Macau, abbiamo potuto rivolgere qualche domanda al fresco campione del mondo WTCR:
Gabriele, complimenti per questa splendida vittoria nel WTCR. Quanto ti inorgoglisce questo successo e quanto è stato difficile portarlo a casa?
“E’ stata dura, è stata una lunga stagione fatta di dieci appuntamenti, tre gare a weekend, nessuno scarto, contava essere veloce ma anche consistente durante gli appuntamenti più ostici, dove era importante portare a casa qualche punto. E’ stata una stagione lunga, terminata con un successo, un campionato in cui Hyundai ha dominato sia per quanto riguarda il campionato piloti che per quello costruttori. E’ stata una vittoria dal sapore particolare, perché a 56 anni non mi aspettavo ancora di essere tra i protagonisti, un sapore diverso dai primi mondiali, come il mondiale di Kart che è stato un po’ un trampolino di lancio per me. Ma è stata una grande emozione”.
A livello emozionale, quanto è stata differente questa tua ultima vittoria del 2018, rispetto a quella del 2009?
“Nel 2009 ho lottato principalmente con i miei compagni di squadra, correvo con una Seat super prestazionale, e loro sono stati i miei avversari. Quest’anno la stagione è stata più difficile, perché con questo BOP (balance of performance), le caratteristiche e soprattutto la velocità delle macchine vengono gestite durante il campionato. Noi siamo stati anche orgogliosi del lavoro svolto, perché la nostra macchina era troppo veloce per il campionato, quindi hanno cercato di rallentarla con delle modifiche durante la stagione, ma nonostante questo è stata competitiva per tutto l’arco dell’anno. Ad ogni modo, questo fa si che il campionato sia stato molto livellato a livello di prestazioni, e anche per questo la vittoria finale è stata di grande soddisfazione”.
Quali sono gli obiettivi prossimi del tuo futuro?
“Nel 2009 avevo pensato al ritiro, perché la Seat all’epoca si ritirò dopo quel campionato, ma soprattutto perché pensavo di non poter cogliere un’altra occasione per vincere un mondiale. Quest’anno, invece, non ci ho neanche pensato, forse sono troppo giovane per smettere, gli appassionati mi vedranno ancora in pista”.
Qual è il segreto della tua longevità sportiva?
“Non penso di avere qualche segreto, ho una salute normale per un cinquantaseienne, non mi sento un super uomo o qualcosa di incredibile, ma mi è rimasta la velocità e l’esperienza accumulata negli anni, che mi ha dato una grossa mano a gestire gli eventi negativi durante la stagione. Ho tanta passione, tanta voglia di correre, e poi ho bisogno dell’adrenalina che da sempre ti dà questo sport fantastico, ma soprattutto ho la voglia di continuare”.
Gabriele Tarquini si è reso così protagonista di un’impresa sportiva che ha pochi eguali, ed anche per questo motivo il legame con Hyundai sarà ancora più forte. Infatti, Hyundai Italia ha scelto questa leggenda dei motori come Brand Ambassador. Per celebrare l’inizio di questa importante collaborazione, che durerà per tutta la stagione 2019, il pilota italiano di Hyundai Motorsport ha ricevuto le chiavi di una Nuova Hyundai Santa Fe. La consegna è avvenuta lo scorso weekend sul circuito di Vairano in occasione della Hyundai Experience e alla presenza di Joon Seo Lee, Presidente e Amministratore Delegato di Hyundai Italia, e di Andrea Crespi, Direttore Generale di Hyundai Italia.