L’ex numero uno del marchio giapponese si dichiara innocente, o quantomeno estraneo ai capi di accusa di evasione fiscale a suo carico.
Detenuto in stato di arresto da lunedì scorso a Tokyo, e nel frattempo rimosso dall’incarico di amministratore delegato Nissan, Carlos Ghosn nega qualsiasi addebito. Ad averlo rivelato ai microfoni del network radiotelevisivo giapponese NHK, in queste ore, sono alcune fonti investigative, le quali per la prima volta avrebbero riportato le prime dichiarazioni da parte del top manager brasiliano di origini libanesi, ricavate durante gli interrogatori dei giorni scorsi.
Le accuse mosse dalla magistratura giapponese ai danni dell’ex numero uno della “big alliance” Renault-Nissan-Mitsubishi (il CdA di quest’ultima, dal canto suo, ha proprio in questi minuti comunicato l’estromissione di Ghosn dalla presidenza) riguardano una continuata evasione fiscale, che si sarebbe protratta dal 2010. Insieme a Carlos Ghosn, sottoposto a regime di fermo è anche un altro direttore esecutivo Nissan: lo statunitense Greg Kelly.
Ghosn, tuttavia, avrebbe respinto qualsiasi accusa a suo carico. L’ex plenipotenziario Renault-Nissan-Mitsubishi, attualmente in carica quale presidente Renault (mentre in qualità di nuovo direttore generale ad interim è stato nominato Thierry Bolloré), riferiscono i cronisti NHK, avrebbe respinto al mittente le accuse di sottostima volontaria dei propri compensi. Una dichiarazione, quindi, emersa durante uno degli interrogatori, e non resa nota al pubblico dal top manager. Lo stesso Greg Kelly sarebbe intervenuto in difesa di Ghosn, dichiarando agli inquirenti che i compensi a favore del “numero uno” di Nissan sarebbero stati sempre discussi con il management aziendale. La notizia dell’arresto di Carlos Ghosn ha fatto il giro del mondo esattamente una settimana fa: nella mattinata (orari dell’Europa occidentale) di lunedì scorso, un comunicato ufficiale Nissan aveva indicato che i risultati di una inchiesta interna – che aveva ravisato una serie di “Condotte scorrette” da parte di Ghosn e del direttore rappresentante Greg Kelly – e consegnata ai pubblici ministeri giapponesi, riportava l’accusa di avere violato i regolamenti finanziari relativamente al proprio compenso: la comunicazione, cioè, di stime inferiori dei propri titoli Nissan con l’obiettivo di ottenere regimi fiscali più favorevoli.
Lo step successivo della vicenda, reso noto giovedì scorso dopo che il Tribunale distrettuale di Tokyo aveva disposto un fermo di dieci giorni per Ghosn, ha riguardato l’incarico di nuovo direttore esecutivo ad interim di Renault, affidato a Thierry Bolloré, già “numero due” della Marque à Losange, mentre all’interno del marchio francese Carlos Ghosn rimane, per il momento, presidente e direttore generale.
In queste ore, alle dichiarazioni dei vertici se ne aggiunge un’altra: il CEO di Nissan, Hiroto Saikawa, riporta una news pubblicata dal Financial Times, ha definito come “Non equa” la relazione fra Nissan e Renault, manifestando quindi una sorta di insoddisfazione che da tempo serpeggerebbe negli uffici Nissan e che sarebbe motivata da un disequilibrio di fondo nelle rispettive quote. Se Renault, partecipata dallo Stato francese, detiene il 43,3% di Nissan, il marchio giapponese ha in mano il 15% della Marque à Losanges, e senza diritto di voto.