Ancora dissapori in casa Fiat: a Mirafiori si firma per la cassa integrazione straordinaria, ma la Fiom lamenta disinformazione e scarsa chiarezza.
Ancora dissapori in casa Fiat: a Mirafiori si firma per la cassa integrazione straordinaria, ma la Fiom lamenta disinformazione e scarsa chiarezza.
Fa ancora discutere la situazione Fiat allo stabilimento Mirafiori. Stavolta fa parlare l’intesa trovata alle Carrozzerie di Mirafiori, presso l’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, sulla cassa integrazione straordinaria degli oltre 5 mila dipendenti interessati, che partirà dal 14 febbraio e durerà un anno intero.
Tra i firmatari Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri. Ancora in disaccordo la Fiom, non soddisfatta dal fatto che si parta subito con la cassa integrazione straordinaria invece di utilizzare quella ordinaria finché ancora disponibile, oltre a lamentare la non trasparenza dei criteri della rotazione.
A spiegare la scelta della Fiom il segretario Federico Bellono: «Non abbiamo firmato l’accordo perchè è strettamente collegato a quello del 23 dicembre su Mirafiori che noi abbiamo fortemente contestato. Non c’è stata alcuna discussione e riteniamo che ci sia stata totale mancanza di rispetto verso le istituzioni», aggiungendo poi «Avremmo voluto inoltre sapere che cosa accadrà il 15 febbraio 2012 quando scadrà la cassa straordinaria: la Fiat non ci ha dato risposte e questa è una ulteriore conferma sull’indeterminatezza del suo piano e delle prospettive».[!BANNER]
Niente firma inoltre tra la direzione aziendale i sindacati confederali ed altri autonomi per 21 sabati straordinari previsti dal 19 febbraio al 28 maggio 2011 per l’incremento produttivo dei furgoni Ducato. A rifiutarsi di firmare, dopo l’iniziale accordo tra le parti, ci sono questa volta, oltre a Fiom, 45 delegati della rsu, tra i quali figurano anche i rappresentanti di Fim e Uilm.
Non si placano dunque le tensioni in Fiat, mentre si attende l’incontro di sabato a palazzo Chigi tra governo e Sergio Marchionne, il quale dovrebbe fornire chiarimenti sul futuro delle sedi italiane del Lingotto.