Vedere l’invisibile abbinando mondo reale e virtuale si riassume nella presentazione di un assistente di controllo delle funzioni veicolo che si basa sulla realtà aumentata. Tetsuro Ueda, esperto di tecnologie presso il Nissan Research Center, spiega la tecnologia Invisible-to-Visible.
Sempre più “centrale” nelle strategie di sviluppo dei big player del comparto automotive, l’elettronica è da tempo parte integrante delle dotazioni di bordo negli autoveicoli di nuova generazione: un approccio hi-tech che procede a binari paralleli fra evoluzione dei sistemi multimediali e il progresso del sistema-veicolo, e che offre ai tecnici ed ai clienti finali una chiave di cambiamento via via concreta. Tanto che le principali rassegne dedicate alle novità nel settore dell’elettronica offrono una sempre più articolata presenza ufficiale delle Case costruttrici.
In questo senso, il CES-Consumer Electronics Show di Las Vegas dimostra chiaramente qual è il cammino intrapreso nell’evoluzione delle tecnologie di auto connessa. L’evento del Las Vegas Convention Center, in programma da oggi (martedì 8) fino a venerdì 11 gennaio rappresenta, per diverse Case costruttrici, la prima grande occasione dell’anno per puntare i propri riflettori sulle rispettive novità rivolte alle nuove soluzioni in materia di sistemi di elettrificazione, guida autonoma e connettività.
Fra i principali “brand” presenti al CES 2019, Nissan – azienda al centro di un articolato programma evolutivo, come messo in evidenza nelle scorse settimane dall’illustrazione dei programmi di evoluzione Nissan Intelligent Power, Nissan Intelligent Driving e Nissan Intelligent Integration – torna all’evento di Las Vegas, ad un anno esatto dall’esposizione della propria visione sulla mobilità del futuro (qui il nostro approfondimento relativo all’edizione 2018 della manifestazione), mettendo sul tavolo nuovi capitoli del proprio percorso hi-tech “Nissan Intelligent Mobility”, concetto che riassume le strategie del marchio giapponese riguardo al futuro della mobilità più sicura, sostenibile e connessa. Con, accanto al debutto USA di Nissan LEAF NISMO RC (variante in chiave competizione della “zero emission” attuale bestseller in termini di vendite) e del prototipo crossover 100% elettrico IMx KURO, un inedito approccio “umano” all’integrazione fra mondo reale e realtà virtuale.
Quest’ultimo capitolo, in particolare, è al centro della tecnologia “Invisible-to-Visible” (o I2V), che i tecnici Nissan illustrano come “Un aiuto al conducente per vedere l’invisibile combinando il mondo reale e quello virtuale per una soluzione all’avanguardia di auto connessa” e che possa rappresentare un ulteriore passo in avanti nella condivisione di informazioni fra utenti finali.
Approccio umano, più consapevolezza ed esperienza di guida
“Base di partenza” del progetto I2V secondo Nissan è fornire al mercato un collegamento senza soluzione di continuità fra le nuove tecnologie e il mondo umano. Ciò, come messo in evidenza da Tetsuro Ueda, esperto di tecnologie presso il Nissan Research Center dove Nissan studia e sviluppa nuove tecnologie ed esplora le nuove frontiere della mobilità, viene reso possibile dallo sviluppo di piattaforme connesse e tecnologie di rilevamento, per “aumentare la consapevolezza e ottimizzare l’esperienza di guida”, illustra l’ingegnere giapponese.
Tecnicamente, I2V by Nissan – funzionale allo sviluppo degli standard di connessione 5G o superiore – si basa sull’impiego di una serie di sensori di bordo, il cui compito consiste nella raccolta di dati ed informazioni relativi all’area circostante il veicolo in movimento, e nell’elaborazione ed interazione dei dati stessi con informazioni virtuali: il mix di dati reali e virtuali – che assume il nome di “Metaverse” – viene restituito all’utente “attraverso visioni tridimensionali in realtà aumentata”. Più concretamente, risulterà possibile all’automobilista l’interazione e la visione di informazioni altrimenti non visibili.
La tecnologia I2V, precisa Tetsuro Ueda, potrà essere impiegata ovunque vi sia un accesso ad un ambiente Web; occorrerà in ogni caso “attendere l’introduzione di una tecnologia wireless 5G o successiva affinché possa essere impiegata sui veicoli in movimento. Una volta disponibili tecnologia e velocità di connessione necessaria per gestirla durante la guida, Invisible-to-Visible ottimizzerà l’esperienza di mobilità, aprendo la porta a un’infinità di mondi”.
Le informazioni vengono comunicate dagli avatar
Di per se, il concetto di informazioni Car-to-X (così come Car-to-Car) è già presente fra i programmi tecnologici di nuova generazione, così come l’assistente personale virtuale (VPA). Il “quid” in più proposto da Nissan attraverso il progetto Invisible-to-Visible propone un ulteriore passo in avanti. Relativamente ai servizi di interazione fra utente e dispositivi digitali, infatti, oggi si aggiungono informazioni vocali ai messaggi via via visualizzati sul display centrale; i VPA, dal canto loro, propongono, osserva Ueda, “un miglioramento nell’efficienza delle funzioni di assistenza all’utente tramite intelligenza virtuale”. Lo step successivo messo sul tavolo dai tecnici Nissan si concretizza nella presentazione dei dati o degli avatar sotto forma di “realtà mista” (MR-Mixed Reality), che “aumenta il livello di interazione e dà peso agli elementi virtuali nella nostra realtà”. Il tutto, sotto forma di uno stile “umano”.
Si punta sull’interazione fra le persone
Gli avatar che offrono i servizi di informazione tramite “Metaverse”, spiega il tecnico del Nissan Research Center, vengono chiamati Traverse-Agent: sono stati sviluppati con l’obiettivo di svolgere un ruolo di compagno per il conducente nelle fasi di guida. Non si limitano, dunque, ad un mero aspetto funzionale. Il concept esposto in questi giorni al CES 2019 di Las Vegas, come accennato si avvale di sensori I2V come Omni-Sensing (“Raccoglie i dati dall’infrastruttura stradale e dai sensori presenti intorno al veicolo”) e, appunto, “Metaverse” (“Permette di soddisfare numerose esigenze, come mettersi in contatto con gli amici, farsi assistere alla guida, studiare le lingue, avvalersi di una consulenza commerciale; il tutto, restando a bordo del veicolo”) e, per esempio riguardo alle informazioni sul traffico, aggiunge al consueto accesso al cloud l’aggiunta di un livello superiore di dettaglio, con l’utilizzo dei dati raccolti dagli stessi sensori Omni-Sensing. Sarà, in questo modo, possibile ottenere in anticipo le informazioni su eventuali congestionamenti del traffico e conoscerne le cause che li hanno provocati, e visualizzare per tempo quale corsia occupare oppure quali percorsi alternativi scegliere. “Disporre di queste informazioni per evitare spiacevoli sorprese può ridurre lo stress della guida”, assicura Tetsuro Ueda.
I2V: come interverrà sui controlli delle funzioni di bordo
Gli avatar a fisionomia umana secondo la tecnologia “Metaverse” illustrata al CES 2019 potranno, sotto forma di un operatore dedicato, fornire informazioni agli utenti nel caso di veicoli a guida automatizzata, secondo quanto già messo in evidenza dal prototipo Nissan SAM-Seamless Autonomous Mobility che venne svelato al Consumer Electronics Show 2017. Tuttavia, obiettivo dei tecnici Nissan non è tanto rivolto a far loro assumere i comandi della vettura “tout court” (acceleratore, freno, sterzo): “può essere possibile la condivisione di funzioni diverse da quelle coinvolte nella guida, come il climatizzatore o il sistema di infotainment, per migliorare la qualità dell’esperienza a bordo”, precisa Ueda. Ciò, in altre parole, rappresenta un ulteriore aspetto della vision di usability dell’integrazione fra mondo reale e virtuale determinato dalla tecnologia Invisible-to-Visible, appunto l’illustrazione di informazioni e dati secondo un approccio maggiormente “umano”.
Partendo dal principio che “le auto rispondono al desiderio di mobilità delle persone”, il tecnico in forza al Nissan Research Center puntualizza, piuttosto, che alla base della tecnologia I2V vi sia la condivisione dell’esperienza di mobilità e un maggiore livello di interazione uscendo dal mondo reale ed entrando in quello di Metaverse (ovvero “le persone che appartengono a questo ambiente e proiettano il proprio Io virtuale nel mondo reale all’interno del veicolo”) e dei suoi utenti finali, per giungere potenzialmente ad un aumento esponenziale degli utenti che possono interagire fra loro in più situazioni. “Un viaggio condiviso in uno spazio virtuale non possa competere con l’esperienza della realtà, quindi non temiamo una contrazione nel numero degli automobilisti. La combinazione di esperienza di guida reale con quella virtuale dovrebbe, invece, incoraggiare spostamenti nel mondo reale”.
Del resto, precisa Ueda, una “soglia massima” di ingresso nell’ambiente Metaverse mentre si guida è stata determinata in fase di progettazione: “è una tecnologia differente rispetto a un’esperienza di realtà virtuale completa, che, pur essendo possibile, non riteniamo possa funzionare come esperienza di guida attuabile”.