Guida alle gomme per tutte le stagioni: caratteristiche tecniche, differenze rispetto agli pneumatici invernali ed estivi, a chi conviene adottarli.
“Tondi e neri” lo sono sempre stati; e c’è da giurarci che resteranno tali per un bel pezzo. Ciò che viene costantemente affinato, in materia di pneumatici, sono le tecnologie di progettazione, la struttura delle carcasse, la resistenza al rotolamento; e, riguardo al battistrada, anche il disegno, che insieme alla conformazione delle mescole contribuisce a fare di una gomma il primo strumento funzionale alla sicurezza su strada di qualsiasi veicolo circolante. Tanto che da diversi anni sussiste la normativa che obbliga gli automobilisti ad effettuare il “cambio di stagione” anche agli pneumatici della propria auto: dal 15 novembre al 15 aprile di ogni anno (con il mese di tolleranza “prima” e “dopo”), è fatto obbligo di circolare esclusivamente con pneumatici invernali già montati o con catene da neve a bordo e pronte all’uso in caso di nevicata (qui la nostra guida alla normativa in vigore). Il 15 aprile 2019 è quindi appena trascorso: siamo, in queste settimane, nel mese entro il quale chi monti “a libretto” pneumatici invernali aventi codice di velocità inferiore a quello indicato per le gomme estive, deve provvedere alla loro sostituzione. La circolare numero 1.049 del 17 gennaio 2014 emanata dal Ministero dei Trasporti chiarisce a tale proposito che chi monta pneumatici di tipo M+S, con codice di velocità inferiore a quanto indicato in carta di circolazione, può viaggiare dal 15 ottobre al 15 maggio
Un buon compromesso, attenzione all’impiego specifico
La questione che ciclicamente divide i pareri è legata all’effettiva praticità di tale sistema: i produttori affermano (e con ragione, va precisato) che l’adozione delle gomme “stagionali” (vale a dire “invernali”, cioè le M+S nella stagione fredda; ed “estive” per primavera, estate ed autunno) rappresenti la soluzione più valida ai fini della ottimale tenuta di strada nei fondi stradali che si suppone abbiano la preminenza (appunto: neve e fanghiglia; così come asfalto asciutto). Chi però non debba necessariamente impegnarsi a lungo nelle strade di montagna in inverno, oppure faccia della propria auto un utilizzo prettamente utilitario, o urbano, in ogni caso genericamente su brevi distanze, è del parere che un buon compromesso venga rappresentato dagli pneumatici “all season” (o “4 stagioni”, a seconda del singolo Costruttore).
Per la propria natura, e come è facile dedurre, le gomme 4 stagioni (chiamiamole così, per brevità) rappresentano un sistema di compensazione fra gli atout offerti dagli pneumatici invernali e quelli estivi. Sono dunque progettati in funzione di un loro impiego “multi-purpose”, vale a dire in tutte le condizioni meteo ed in qualunque stagione dell’anno.
Pneumatici 4 stagioni e invernali: quali differenze
Per affrontare il tema “gomme all season”, può essere utile compararne brevemente le caratteristiche in parallelo agli pneumatici invernali (le differenze rispetto alle gomme estive vanno di conseguenza). Come già da noi affrontato in passato (qui il nostro approfondimento), e fermo restando il fatto che ciascuno pneumatico offre performance diverse in funzione della propria mescola, così come in base al disegno del battistrada e, all’atto pratico, a seconda delle condizioni climatiche, gli pneumatici 4 stagioni offrono una adeguata aderenza su qualsiasi situazione del fondo stradale, risultano ideali per chi percorra bassi chilometraggi annui, e consentono la circolazione in qualunque stagione (rispettando il Codice della Strada). Le gomme invernali, dal canto loro, offrono le migliori prestazioni durante i mesi più freddi e comunque quando la temperatura esterna è al di sotto di 7°C, sono particolarmente indicati in caso di pioggia, neve e fango (da cui la loro denominazione M+S, ovvero “Mud and Snow”) e vengono realizzati con l’impiego di specifiche mescole a base di silice, in grado di scaldarsi più rapidamente.
Se, conseguentemente, le gomme invernali non sono proprio “il massimo” durante la stagione calda, proprio in virtù della loro conformazione che da un lato ne accelera l’usura e dall’altra ne allunga i tempi di frenata; gli pneumatici 4 stagioni nascono dalla combinazione fra un tipo di mescola estivo ed un battistrada “invernale” (o, viceversa, una mescola più morbida, appunto invernale, ed un disegno del battistrada meno “tassellato”). Tuttavia, essi non sempre offrono le performance di stabilità proprie delle gomme estive, né le prestazioni di quelle invernali in presenza di neve o fango. È in ogni caso assodato che in condizioni di asfalto asciutto le gomme 4 stagioni siano in grado di registrare valori equivalenti a quelli delle gomme estive. Un buon compromesso, appunto.
Il test del TCS
A questo proposito, giova fare affidamento ai test che, periodicamente, vengono affrontati in sede istituzionale. A titolo di esempio, si esamini la prova su strada, effettuata lo scorso autunno dai tecnici del TCS-Touring Club svizzero, su nove tipi di pneumatici 4 stagioni, nella misura 175/65 R 14 82 T, una gomma di ampio utilizzo su molti modelli di fascia medio-bassa e, quindi, potenzialmente molto diffusa.
I risultati del test (consultabili a questo link) indicano prestazioni complessivamente accettabili, tanto su asciutto quanto su bagnato o in presenza di neve o ghiaccio; tenuto conto che, a seconda del modello, si hanno valutazioni più o meno buone.
Pneumatici all season: quando convengono
Come detto, ciò concorre a rafforzare l’indicazione secondo la quale gli pneumatici 4 stagioni rappresentino una soluzione ideale per chi non percorra molti km all’anno e si sposti prevalentemente in ambito urbano o inter-city lungo le direttrici principali in cui generalmente la circolazione non presenti problemi anche in caso di nevicata. In più, offrono il vantaggio di poter contare su un unico treno di gomme (quindi senza le preoccupazioni di dover alloggiare quelle non utilizzate durante la stagione). La scelta di cosa adottare è, quindi, affidata alle esigenze del singolo automobilista, considerate anche le differenze che possono esserci in base al prezzo di vendita.