Da Nord a Sud si moltiplicano le pompe di carburante a prezzi scontati, mentre il costo del greggio non accenna a diminuire, complice la crisi libica
Da Nord a Sud si moltiplicano le pompe di carburante a prezzi scontati, mentre il costo del greggio non accenna a diminuire, complice la crisi libica
Che sia colpa dell’attuale crisi libica, o di un deprezzamento dell’euro, poco importa. È un fatto che il costo della benzina abbia raggiunto in queste settimane livelli a dir poco astronomici, persino superiori al 2008 quando il greggio costava anche di più. Superata abbondantemente la soglia critica di 1,50 euro per un litro di super, si arriva addirittura a sfiorare in alcune pompe 1,60 euro al litro per la verde.
Con un quadro del genere gli automobilisti hanno davanti due strade: rinunciare alla macchina in attesa di tempi migliori o mettersi alla caccia della pompa che offra il miglior prezzo. In questo senso una mano viene dalle cosiddette pompe bianche, senza marchio o low-cost che dir si voglia, che sono in grado di garantire un prezzo leggermente inferiore rispetto ai picchi registrati nella maggior parte della rete di distribuzione.
Dall’Abruzzo alla Campania, dal Lazio all’Emilia Romagna, passando per Lombardia e Piemonte non manca regione italiana in cui non vi sia un certo numero di pompe bianche (in alcune sono più numerose in altre meno, ecco qui un elenco aggiornato al 13 febbraio scorso) che consentono di risparmiare alcuni centesimi per litro.
Mentre da un lato la gran parte degli automobilisti si industria per trovare la miglior soluzione, dall’altro infiamma la questione sul caro-benzina, con i gestori che chiedono il ritorno ai prezzi amministrati. Proposta che pare, al momento, non sia stata respinta dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, che ha detto: “Non c’è nessun dogma su prezzi e accise”, facendo intendere che ogni opzione è possibile.
Ma è davvero tutta colpa della crisi in Libia? Secondo gli addetti ai lavori la situazione libica è responsabile solo in parte e si spiega con la qualità del greggio libico trattato dalle raffinerie italiane. Queste ultime infatti sono predisposte per trattare quel tipo di petrolio (particolarmente leggero) ed essendo oggi non più disponibile comporta la necessità di cercare sul mercato un’alternativa compatibile, facendo lievitare i costi finali. Detto questo il prezzo del greggio e quello della benzina alla pompa viaggiano su due binari diversi e sebbene si influenzino a vicenda non vengono aggiornati con la stessa frequenza.