Dopo l’acquisizione del 30% della società, Sergio Marchionne non esclude l’ipotesi di prenderne le quote di maggioranza, anche oltre il 51%.
Dopo l’acquisizione del 30% della società, Sergio Marchionne non esclude l’ipotesi di prenderne le quote di maggioranza, anche oltre il 51%.
Sembrerebbe non bastare la costante crescita azionaria di Fiat in Chrysler degli ultimi mesi. Il passaggio dall’iniziale 20% al 30% della società, avvenuto solo qualche giorno fa, sarebbe infatti solo il primo passo verso obiettivi ben maggiori, nel mirino di Sergio Marchionne, numero uno di Fiat. L’amministratore delegato infatti nel corso del secondo giorno di presentazione di modelli Jeep, ha affermato che “Chrysler è un business interessante, Fiat potrebbe anche salire oltre il 51%”.
Uno scenario nemmeno troppo lontano vista la velocità con cui la casa del Lingotto ha stretto alleanza con il brand americano conquistando sempre maggiore spazio. Strategia tra l’altro che passerà a quanto pare attraverso l’omologazione per il mercato americano di una vettura Chrysler con tecnologia ovviamente targata Fiat (si parla di 14 km percorsi con un litro di benzina), prevista per la fine dell’anno.
Realisticamente però il controllo effettivo con il 51% del pacchetto azionario Chrysler dovrebbe avvenire nel 2012 per ragioni espressamente finanziarie e legate al rimborso dei prestiti al governo. Al momento la composizione azionaria vede assegnato il 59,2% alla Uaw Veba, il 30% a Fiat e il restante 8,6% e 2,2% rispettivamente al Tesoro americano e al governo canadese.