Il segretario Fiom Landini boccia la proposta del Lingotto. La parola agli operai con un referendum come a Pomigliano e Mirafiori.
Il segretario Fiom Landini boccia la proposta del Lingotto. La parola agli operai con un referendum come a Pomigliano e Mirafiori.
Si conclude con un «nulla di fatto» l’incontro di oggi al Lingotto tra i sindacati confederati e l’amministratore delegato Sergio Marchionne, per decidere il futuro dello stabilimento di Grugliasco. In due ore di riunione, la Fiat avrebbe mantenuto la propria posizione e la proposta di un piano produttivo simile a quelli a cui sono stati avviati gli impianti di Mirafiori e di Pomigliano d’Arco, con un investimento da 550 milioni che dovrebbe portare la ex-Bertone a produrre una vettura del brand Maserati.
Il prossimo passo, a questo punto, sarà deciso dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie di Grugliasco (a maggioranza Fiom), che sono pronte a un referendum tra i mille dipendenti. «La Fiat», ha sottolineato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, uscendo dall’incontro, «ha riproposto il testo consegnato nell’ultimo incontro cioè di sostituire il contratto nazionale con quello di Pomigliano: è una decisione gravissima».
La rappresentante di Cgil Susanna Camusso ha dichiarato di avere la sensazione «che una serie di scelte precedenti continuino a pesare e non ci sia la volontà di cambiare pagina», confermando che «le RSU hanno più volte chiesto alla Fiat un’ipotesi su cui verificare il consenso dei lavoratori».
Raffaele Bonanni della Cisl, il primo a uscire dalla riunione, ha commentato: «L’azienda non è incoraggiata a investire, noi abbiamo insistito che comunque l’investimento non si perda».
Sugli stessi temi ha battuto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: «È fondamentale che Fiat mantenga l’investimento in Italia. L’azienda sta aspettando la risposta conclusiva sulla proposta che ha fatto. Noi abbiamo chiesto, nel caso la risposta sia negativa, di scegliere un altro sito ma di mantenere la produzione di Maserati e l’investimento necessario nel nostro Paese. Le priorità per la Uil sono nell’ordine la Bertone, Torino, il Piemonte e l’Italia».