Nissan-Renault: l’alleanza resisterà all’impatto Mitsubishi?
Carlos Ghosn, osteggiato dal governo francese, ha concluso l’acquisizione di Mitsubishi: ora Nissan ha avrà maggior peso nell’alleanza con Renault?
L’alleanza Nissan-Renault è una storia di successo, anzi per meglio dire la storia di Carlos Ghosn, che nel 1996 assumeva la guida di un’indebitata Renault e tre anni dopo anche quella di Nissan, anch’essa in profondo rosso, consentendo a Renault di acquisire una proprietà di maggioranza in Nissan (36%) cedendo un risicato 5% di Renault ai giapponesi, è una straordinaria storia di successo.
Con la fama di abile tagliatore di costi (20 miliardi di franchi nel primo anno) e di ottimizzatore di processi e strategie, Ghosn ha certamente salvato Renault dal precipizio in cui stava per precipitare e in quattro anni ha reso Nissan nel 2003 il costruttore mondiale più profittevole.
Da allora le cose non sono cambiate se non nel senso che il peso e la profittabilità di Nissan all’interno del Gruppo hanno continuato a crescere ad un ritmo molto superiore a quello di Renault ed oggi il valore del Gruppo è costituito per 2/3 da Nissan.
Da tempo Nissan freme richiedendo a buon diritto un peso decisionale e strategico in Consiglio adeguati alla realtà e trovando in Ghosn attenzione e comprensione per un’aspirazione fondata sul peso reale delle due aziende.
Ma la storia è complicata dalla presenza ingombrante (19,7%) del Governo Francese, e in particolare del suo ministro dell’economia Emmanuel Macron, che non solo rigetta totalmente le aspirazioni di Nissan e continua ad avere una presenza rumorosa e ingombrante in Consiglio, ma conduce anche una guerra personale nei confronti di Ghosn, accusato di percepire compensi eccessivi e “immorali”.
I segnali d’impazienza di Nissan erano stati compressi qualche mese fa con la sottoscrizione di un faticoso accordo interlocutorio che manteneva lo statu quo a fronte di un generico impegno del governo francese a rientrare in una presenza più discreta in Consiglio ma senza nessun spazio di concessione a Nissan. Di fatto la questione è rimasta aperta e l’impazienza del partner giapponese sempre più evidente.
Ora, il colpo di scena, con il suicidio mediatico e finanziario di Mitsubishi che ha consentito a Ghosn, ma con un’operazione che impegna solo Nissan e non Renault, di acquisire il controllo del costruttore giapponese, con solide clausole di salvaguardia in caso di sorprese negative nei conti o negli aspetti legali che determinino un ripensamento,
Se tutto andrà come previsto il Gruppo, a questo punto Renault-Nissan/Mitsubishi diventerebbe il quarto costruttore mondiale con prospettive di tagli dei costi, efficienza produttiva, razionalizzazione di gamme e mercati, specie nel mercato est asiatico delle microcar.
Si prospetta però anche una clamorosa rottura. Possibile, anzi probabile, che se il peso di Nissan/Mitsubishi rispetto a Renault non cambierà in modo sostanziale, Ghosn decida semplicemente che non conviene trainare il carro per un ostinato costruttore francese condizionato dal suo governo, ma che Nissan/Mitsubishi può cavarsela meglio da sola, liquidando l’alleanza, o addirittura sostituendo Renault con un altro partner che rispetti i rapporti di forza.
Logico pensare in questa seconda ipotesi che un partner ideale potrebbe essere proprio FCA con cui un matrimonio porterebbe a notevoli sinergie e tagli dei costi. Ad esempio Nissan oltre che sui mercati asiatici è fortissima sul mercato nordamericano e potrebbe risolvere il problema FCA della produzione delle midsize e compact Chrysler e Dodge, 200 e Dart, attualmente in perdita.
Il problema semmai sarebbe la compatibilità tra due leader dalla prorompente personalità come Ghosn e Marchionne, ma dice qualcuno, Marchionne ha già fissato il suo ritiro, Ghosn non ci pensa proprio e se l’operazione si concretizzasse nei prossimi due anni, il problema si risolverebbe da sé.
Nel frattempo credo si arrivi ad una più che probabile rottura tra i due ex partner di ferro, Nissan e Renault, nonostante un brillante passato di successi. Per la definitiva conclusione dell’acquisizione debbono passare dodici mesi, tra un anno avremo risposte più chiare, magari sorprendenti.
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