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"Non danneggiamo l'auto, il nostro prodotto di punta": il futuro dell'automotive in Europa

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 24 feb 2025
Emanuele Orsini discute di neutralità tecnologica e biocarburanti, sfidando le politiche europee sulle emissioni per il futuro del settore automotive

Non possiamo danneggiare il nostro prodotto di punta, quello che funziona meglio in Europa: l’auto“. Con queste parole, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha acceso il dibattito sulla transizione ecologica nel settore automotive, durante il convegno “Innovare per tornare a crescere” al Kilometro Rosso di Bergamo.

C’è bisogno di una neutralità tecnologica più graduale

La necessità di un approccio più bilanciato nella transizione verde emerge con forza dalle dichiarazioni di Orsini, che sottolinea l’importanza della neutralità tecnologica come elemento chiave per il futuro del settore. Questo approccio invita a considerare non solo la mobilità elettrica, ma anche soluzioni alternative come i biocarburanti e altre tecnologie innovative per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Il quadro normativo europeo è al centro delle preoccupazioni di Confindustria. Secondo Orsini, le attuali regolamentazioni rischiano di spingere gli imprenditori verso mercati meno restrittivi, con sanzioni che potrebbero gravare sul settore per una cifra stimata tra i 14 e i 16 miliardi di euro entro il 2025. Questa situazione potrebbe avvantaggiare concorrenti internazionali, come Cina e Stati Uniti, dove meccanismi come il carbon trading offrono compensazioni alle emissioni.

Auto: obiettivo riduzione emissioni

Le proiezioni per il 2040 indicano che i veicoli endotermici rappresenteranno ancora il 50% del mercato globale, un dato che sottolinea l’importanza di una transizione graduale e ponderata. Questo processo, secondo Orsini, deve preservare la competitività dell’industria europea dell’auto, evitando di sacrificare l’efficienza economica sull’altare di una sostenibilità accelerata.

La posizione di Confindustria non si oppone alla riduzione delle emissioni automotive, ma propone un approccio pragmatico che integri tutte le opzioni tecnologiche disponibili. Una strategia che potrebbe rappresentare il giusto equilibrio tra tutela ambientale e salvaguardia del tessuto industriale europeo.

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