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Nuova Focus... kinetic o banalic design?

Di Fabrizio Brunetti
Pubblicato il 13 gen 2010
Nuova Focus... kinetic  o banalic design?
Una World Car, simbolo della prossima strategia Ford sul mercato globale, con uno stile che forse non è all'altezza del compito

Una World Car, simbolo della prossima strategia Ford sul mercato globale, con uno stile che forse non è all’altezza del compito

La prima serie della Focus rappresentò, alla fine degli anni Novanta, una svolta stilistica coraggiosa e un buon successo nel difficile segmento C, nel quale, alle spalle del mito Golf, la media Ford ha sempre fatto meglio dei concorrenti, anche della contemporanea Opel Astra.

La seconda generazione, ha stemperato le originalità della prima, ma ha assolto diligentemente il suo compito, senza acuti ma con un solido successo di affezione.

La terza, presentata con grande enfasi, non casualmente, in anteprima al Salone di Detroit, dovrebbe rappresentare nelle attese di Ford la sua vera world car del prossimo decennio, una piattaforma per tre varianti, le berline a due e tre volumi, e il prossimo monovolume C-Max.

La sottolineatura del senso di “sportività e dinamismo, capisaldi del kinetic design” stona però con un design che è invece a mio parere poco caratterizzato e molto tormentato.[!BANNER]

I due triangoli verticali nella vista frontale e i tormentati gruppi ottici posteriori che si allungano a dismisura sulla fiancata, oltre al rincorrersi di curve, creste e rilievi su cofani e fiancata, dovrebbero rappresentare il design di “famiglia” e replicare in scala “maggiorata” il successo e la riconoscibilità della Fiesta.

Il risultato non è altrettanto felice, anzi, in questo caso il kinetic design è diventato un… banalic design. Se ignorate il logo ovale Ford nella calandra, potreste scambiare la nuova Focus per una qualsiasi delle sue numerose concorrenti come la nuova Opel Astra, la Mazda 3, la Renault Megane o addirittura la Kia Cee’d.

Le somiglianze sono notevoli, se le vedete insieme farete fatica a distinguerle e allora la riconoscibilità finisce per essere delegata alle mostruose dimensioni e all’esagerata estensione dei fari posteriori, che la fanno peraltro assomigliare alle station wagon Peugeot.

Staremo a vedere quanto piacerà, ma dal punto di vista del design non è certo un passo avanti.

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