Opel Eye Tracking: il sistema debutterà nel 2016
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Telecamera e fotodiodi per controllare la direzione del fascio luminoso con gli occhi: un rivoluzionario dispositivo in fase di sviluppo da Opel.
La rivoluzione nella fanaleria secondo Opel: l’intensità luninosa viene controllata attraverso lo sguardo, mediante una telecamera e dei sensori. Ecco, in estrema sintesi, la filosofia progettuale dell’inedito sistema “Eye Tracking“, innovativa tecnologia che vede i fari comandati dal movimento degli occhi, che viene comunicato in queste ore dai tecnici di Russelsheim: un dispositivo, attualmente in fase di sviluppo, atteso al debutto nella gamma Opel entro la seconda metà del 2016. Non è la prima volta che Opel si dimostra attenta alle nuove tecnologie in campo ottico. In questo senso, il marchio di Russelsheim offre il sistema Afl+ a fanaleria bi-xeno e l’Opel Eye (caratterizzato da dieci funzioni distinte fra loro) per Mokka, Astra, Cascada, Zafira Tourer e Insignia.
Per essere operativo, l'”Eye Tracking” di Opel (al cui sviluppo collaborano l’Itdc – International Technical Development Centre di Opel e il Politecnico di Darmstadt) necessita di quattro elementi: la fanaleria a Led, un sistema di videocamera puntata sul viso del conducente – un solo apparecchio: in pratica, una semplice webcam anziché, come sarebbe logico attendersi, una “batteria” di 10 videocamere come generalmente avviene nelle tecnologie che seguono i movimenti oculari -, un gruppo di sensori periferici a raggi infrarossi e una serie di attuatori a controllo elettronico (fotodiodi: nanotecnologie che consentono di effettuare scansioni degli occhi del conducente più di 50 volte al secondo al tramonto e durante la guida notturna), che hanno il compito di tradurre in pratica le informazioni captate dalla videocamera e dai sensori. L’estrema rapidità di esecuzione dell’intero processo costituisce la base della nuova tecnologia Opel “Eye Tracking”: il movimento dei fari, in senso orizzontale e verticale, è istantaneo.
Non resta che trovare la soluzione a una difficoltà “fisiologica”: in pratica, è noto che gli occhi vanno in maniera inconscia da un punto all’altro. Se il sistema in fase di sviluppo fra Opel e il Politecnico di Darmstadt si affidasse al naturale movimento degli occhi, ne risulterebbe un fascio luminoso in continuo movimento, rendendo di fatto inaccettabile l’adozione di questa tecnologia a bordo degli autoveicoli. Questo inconveniente, indicano gli ingegneri di Russelsheim, viene superato grazie a un complesso algoritmo che, attraverso un leggerissimo ritardo fra il movimento degli occhi e la traduzione nel fascio luminoso, assicura un movimento molto più fluido dei fari. Questo è importante, ad esempio, per garantire sempre l’ulluminazione davanti alla vettura anche nel caso che il conducente venga momentaneamente distratto: le luci anabbaglianti vengono programmate per consentire sempre un livello minimo di illuminazione.
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