Parcheggia in divieto di sosta, blocca l’ambulanza per mezz’ora: rischia una denuncia penale
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Attenzione a dove si parcheggia: può sembrare una considerazione banale, ma anche il “semplice” gesto di lasciare la propria vettura dove non sia consentito, oltre ad essere antipatico, può sfociare nel reato penale. Lo stabilisce l’art. 10 del Codice penale, indicando come l’ostruzione del passaggio nei confronti di un’altra vettura faccia scattare il reato di violenza privata, ed è stato recentemente ribadito dalla Corte di Cassazione (sentenza numero 48346/15 del 7 dicembre 2015) con la precisazione che questo reato si configuri con qualsiasi mezzo atto a privare in maniera coattiva la altrui libertà di azione e di determinazione.
In soldoni, la suprema Corte (che era già intervenuta sull’argomento indicando la configurazione di reato qualora vengano posti in essere comportamenti quali il lasciare il proprio veicolo parcheggiato in modo da impedire agli altri il transito, l’entrata e l’uscita da parcheggi pubblici, aree private, cancelli, box) dice che la violenza privata non si configura con l’obiettivo specifico di recare danno ad altri: è sufficiente la consapevolezza di avere lasciato la propria vettura parcheggiata in modo tale da bloccare altri utenti.
Se, poi, ad essere bloccati sono veicoli di soccorso o di emergenza, a carico dell’automobilista poco attento alle prescrizioni del Codice della Strada (e, in linea generale, al buonsenso tout court) rischia di configurarsi anche il reato di interruzione di pubblico servizio, secondo l’art. 340 del Codice penale.
È, per citare un episodio accaduto lo scorso fine settimana a Como, quanto rischierebbe un automobilista che aveva lasciato parcheggiata la propria auto proprio di fronte al cancello di entrata ed uscita delle ambulanze della Croce Azzurra lariana.
Il fatto, avvenuto nella tarda mattinata di sabato scorso, viene riportato da una news pubblicata nel sito Web QuiComo: protagonista, una Volkswagen Golf nera lasciata incustodita in modo da non consentire il passaggio ai veicoli di emergenza. Tanto che, uscita per un intervento di urgenza, un’ambulanza non avrebbe potuto prestare soccorso ad una donna che si era sentita male.
Dopo una mezz’ora di ricerche infruttuose, la chiamata è stata girata alla Croce Rossa. Una pattuglia di agenti della polizia municipale sarebbe giunta sul posto insieme al proprietario della vettura: quest’ultimo avrebbe dato come giustificazione il fatto di avere accompagnato la propria madre ad un ambulatorio medico della zona e di essere stato “costretto” a parcheggiare l’auto in zona vietata perché non ci sarebbe stata altra possibilità.
La sanzione amministrativa, di per se, è leggera: 41 euro per il divieto di sosta e 86 euro per la chiamata del carro attrezzi, nel frattempo già avvisato. Ma le conseguenze potrebbero essere più serie: l’avere impedito il regolare transito, e quindi il servizio, all’ambulanza, potrebbe tradursi in una denuncia penale per interruzione di pubblico servizio, e fino ad un anno di reclusione: l’eventuale denuncia, una volta approfondito l’episodio, sarà affidata alla polizia municipale.
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