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Patente da 200 punti per chi fa molti chilometri

Di Francesco Donnici
Pubblicato il 12 mag 2015
Patente da 200 punti per chi fa molti chilometri
Il Capogruppo di Sel ha presentato una proposta di legge che prevede l’utilizzo di una patente professionale dedicata a chi percorre molti chilometri.

Il Capogruppo di Sel ha presentato una proposta di legge che prevede l’utilizzo di una patente professionale dedicata a chi percorre molti chilometri.

Arturo Scotto, capogruppo di Sel, ha presentato alla Camera dei Deputati un’interessante proposta di legge che prevede l’introduzione di una “patente professionale” da 200 punti dedicata a chi, per motivi lavorativi, percorre molti chilometri al giorno con il suo veicolo. La proposta del parlamentare di Sinistra e Libertà parte da un’osservazione tanto legittima, quanto ovvia: più km percorri in auto o su un camion, più aumentano le possibilità di perdere “preziosi” punti-patente.

Nella sua relazione, il Parlamentare di Sel infatti scrive: “se, da un lato, si pone come importante deterrente alla trasgressione delle norme del codice della strada, dall’altro incide profondamente sulla vita professionale e familiare di quei soggetti che possiamo definire i professionisti della strada”.  L’autista, il tassista,  il rappresentante di commercio, il camionista e tutti quei soggetti che utilizzano il proprio veicolo a motore per lavoro “devono essere particolarmente rispettosi delle disposizioni di legge, ma allo stesso tempo è evidente che queste categorie di  persone sono statisticamente più soggette a commettere violazioni e quindi a perdere punti-patente”.

Scotto fa inoltre notare che se la patente a punti è un ottimo deterrente per le infrazioni, chi guida per lavoro risulta particolarmente penalizzato, perché oltre ad avere molte più possibilità di perdere il proprio permesso di guida, rispetto a chi utilizza la vettura magari solo nel tempo libero, mette in pericolo il proprio futuro professionale da cui dipende il suo sostentamento e quello della sua famiglia. La proposta punta quindi ad aggiungere dei punti bonus a chi effettua parecchi km per lavoro, fino ad un massimo di 200 punti. In poche parole, il numero dei punti patente disponibili dovrebbe essere direttamente proporzionale al numero di chilometri percorsi, in modo da offrire a questa categoria di lavoratori qualche possibilità in più di non perdere la patente.

I detrattori di questa innovativa proposta hanno invece evidenziato  il pericolo che il “patentone” da 200 punti potrebbe essere visto come una scusa per poter commettere più infrazioni senza correre il rischio di perdere il proprio permesso di guida. Per questo motivo è necessario capire se sarà necessario mettere a punto uno strumento elettronico per calcolare i chilometri percorsi, se quest’ultimo potrà essere utilizzato su più veicoli e soprattutto quale sarà il criterio utilizzato per calcolare i punti da abbinare ai chilometri complessivi.

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