La startup dello Utah pronta a dare battaglia, in tribunale, all’azienda di Elon Musk, il cui camion elettrico Semi Truck somiglierebbe troppo al Nikola One fuel cell a idrogeno. Chiesti due miliardi di dollari.
“Nikola” chiede un risarcimento a “Tesla”. Sembrerebbe un gioco di parole (insieme, vengono a formarsi nome e cognome dell’inventore, fisico e ingegnere serbo celebrato come uno dei massimi scienziati nel settore dell’elettricità). Invece è proprio così: Tesla, il colosso californiano della mobilità a zero emissioni fondato da Elon Musk, ha ricevuto una maxi richiesta di risarcimento da parte di una startup con sede nello Utah (appunto: Nikola, la cui denominazione completa è, ad essere precisi, Nikola Motors).
Motivo della contesa, la motrice elettrica “Semi”, svelata da Tesla nei mesi scorsi: l’”electric truck” californiano, accusano i dirigenti della startup Nikola, risulterebbe “troppo somigliante” al “Nikola One”, un autocarro pesante con propulsione fuel cell a idrogeno. L’azienda di Elon Musk, secondo l’accusa, si sarebbe appropriata di alcuni brevetti depositati da Nikola Motors. La quale, di conseguenza, chiede a Tesla un risarcimento-monstre: due miliardi di dollari. Cifra enorme, se si tiene conto del fatto che Nikola Motors, nata nel 2014, ha finora presentato, oltre alla motrice a idrogeno Nikola One, “Zero” (un veicolo UTV-Utility Terrain Vehicle, una specie di buggy superpotente: 520 CV) ed alcuni veicoli acquatici; e possiederebbe, fra i progetti di espansione, la realizzazione di un sito produttivo in Arizona.
Secondo i “piani alti” della startup Nikola, il progetto della motrice a propulsione elettrica presentato da Tesla avrebbe molti, forse troppi punti in comune con il camion a idrogeno One: in primo luogo le linee esterne, relativamente al disegno della parte anteriore della motrice, dei parafanghi, del parabrezza e della finestratura laterale; per proseguire con la forma delle porte di ingresso in cabina. Ne risulterebbe, complessivamente, una penetrazione aerodinamica molto simile.
Occorre tener conto, per i più maliziosi, che già nei mesi scorsi, quando cioè sul Web iniziarono a circolare le prime immagini di Tesla Semi, i vertici Nikola avrebbero chiesto all’azienda di Elon Musk di rinviare la presentazione del truck elettrico: e ciò, proprio a cause delle evidenti somiglianze. Un invito che Tesla non avrebbe soddisfatto, tanto che il Tesla Semi venne svelato a novembre 2017. Questo atto, secondo Nikola, potrebbe causare “disorientamento fra gli investitori”, e un possibile danno alla capacità della startup di richiamare l’attenzione di aziende partner e nuovi investor, i quali potrebbero scegliere una collaborazione con Tesla. Ed ecco spiegato il motivo dei due miliardi di dollari di risarcimento, che tecnicamente risulterebbero dalla differenza di capitalizzazione Tesla in Borsa, prima e dopo la presentazione