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Per difendersi dai topi d’auto informatici, basta un foglio di carta stagnola: ecco come

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 13 lug 2018
Per difendersi dai topi d’auto informatici, basta un foglio di carta stagnola: ecco come
I sistemi di ingresso a bordo ed avviamento wireless nascondono una insidia: possono essere facilmente preda di pirati informatici. È sufficiente un rimedio supereconomico per essere relativamente al sicuro.

Le tecnologie di bordo sono, al pari dello sviluppo di settore, in continua evoluzione. E fin qui, niente da dire. La questione, tuttavia, si fa più spinosa se si considera che, di pari passo, procedono le “idee dei soliti ignoti”: i topi d’auto che non si fermano di fronte alle funzionalità che via via equipaggiano gli autoveicoli di nuova generazione. Fra queste, ci sono i sistemi “wireless” per l’apertura delle porte e l’avviamento del veicolo: le chiavi elettroniche, facilmente “hackerabili” da parte di abili quanto diabolici ladri d’auto. I quali, con l’ausilio di software e attrezzature (inutile dirlo: “pirati”) non certo disponibili nelle catene commerciali di grande ditribuzione, sono in grado di intercettare le frequenze provenienti dai sistemi di trasmissione del segnale da remoto fra chiave e veicolo e, all’occorrenza, salire a bordo, avviare la vettura ed allontanarsi indisturbati.

Il “cyber furto”, dunque, non riguarda soltanto i dati sensibili delle persone, ma anche i beni in loro possesso. Per evitare di cadere preda dei “furbetti multimediali”, sembra in realtà esserci una soluzione piuttosto semplice e di pronto uso: si tratta di avvolgere il portachiavi wireless in un foglio di carta stagnola. Un po’ come avviene per le carte di credito, il codice fiscale e tutte le “card” che dispongono di banda magnetica e microchip contenenti i dati dell’utente.

Secondo una news pubblicata dal sito Web IflScience.com che riporta un servizio apparso nei giorni scorsi dal quotidiano Detroit Free Press, l’esperto di sicurezza informatica Holly Hubert suggerisce che, “Sebbene non sia l’ideale al 100%, è in ogni caso la soluzione più economica: le minacce informatiche sono talmente ‘dinamiche’ nei rispettivi processi di evoluzione, che per il consumatore è molto difficile mettere in pratica sistemi di autodifesa costantemente aggiornati”.

A questo proposito, lo stesso Hubert suggerisce di procurarsi una piccola “borsa di Faraday” (un contenitore rivestito di materiale metallico), atta ad impedire che i segnali vengano intercettati in entrata come in uscita: e il vantaggio sta nel fatto che può essere utilizzata anche per riporvi smartphone e tablet.

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