Porsche 911 RS 1974 by DP Motorport
L’elaborazione di un’auto storica è, spesso, un atto di coraggio: chi si cimentasse in un intervento di “retrò tuning”, deve tenere conto di una lunga serie di elementi di coerenza formale e di appartenenza della vettura a un’epoca passata. Meglio, in questi casi, rivolgersi a preparatori e aziende che conoscano bene l’importanza storica di un determinato modello, e possano operare in modo da pervenire a un risultato in sintonia con la storicità della vettura.
In questi giorni, dalla cittadina tedesca di Overath (località della Renania Settentrionale – Westfalia), dove ha sede DP Motorsport – azienda specializzata da più di quarant’anni nella produzione di componentistica aftermarket “speciale” per l’intera produzione Porsche – arriva una classica 911 della serie G-Modell (ovvero la longeva “famiglia” di Porsche 911 rimasta in produzione dal 1973 agli anni 90) “riveduta e corretta” in modo da rendersi pronta per i track day, oltre che per lasciarsi ammirare in un garage… da “mille e una notte”.
L’expertise sportiva maturata nei decenni da DP Motorsport – la factory, fondata nel 1973 e tutt’ora guidata da Ekkehard Zimmermann, annovera nel proprio palmarès sportivo la collaborazione vittoriosa con il team Kremer Racing che nel 1979 conquistò la 24 Ore di Le Mans con la Porsche 935 K3 portata alla Sarthe da Klaus Ludwig, Don Whittington e Bill Whittington, e davanti alla 935/77A di Rolf Stommelen, Dick Barbour e Paul Newman – è chiaramente avvertibile nella “Red Revolution“: così è stata ribattezzata la Porsche 911 Carrera 3.0 RS del 1974 (modello, peraltro, preziosissimo!), evoluzione tecnica della precedente iconica Porsche 911 Carrera RS 2.7.
L’aggressiva e ultra-classica immagine della Porsche 911 Carrera RS 3.0 è stata ulteriormente affinata, in chiave sportiva e prestazionale, dai tecnici DP Motorsport: lo staff dell’azienda renana ha operato un intervento che, nelle intenzioni dell’azienda di Ekkehard Zimmermann, mettesse in evidenza la classicità della vettura e la sua importanza nel panorama sportivo dell’epoca, oltre al ruolo di capofila per la successiva produzione high performance di Zuffenhausen.
Relativamente al corpo vettura, i paraurti (anteriore e posteriore) e i codolini passaruota – notevolmente più larghi rispetto a quelli di serie – sono stati sostituiti con componenti “DP11 Red Revolution” verniciati nella tinta Guards Red Porsche; allo stesso modo, la finestratura laterale è in plexiglass. Tutti gli elementi che compongono il bodykit per Porsche 911 RS 1974 “Red Revolution” by DP Motorsport sono in fibra di [glossario slug=”carbonio”] o in GFRP (plastica rinforzata con [glossario slug=”carbonio”] o vetroresina). Eliminate, perché inutili ai fini delle prestazioni su strada e all’ottimizzazione aerodinamica, le grondaiette di scolo dell’acqua.
Capolavoro di tecnica sono, tuttavia, l’elaborazione del motore e la nuova impostazione definita per assetto e abitacolo. Per il miglioramento della maneggevolezza, della risposta della vettura nelle condizioni di guida più impegnative e, ovviamente, della tenuta di strada, l’avantreno e il retrotreno (quest’ultimo, a sua volta, “ereditato” dalla successiva Turbo 3.3) della Porsche 911 RS 1974 “Red Revolution” sono montati su uniball; le sospensioni sono H&R, regolabili; all’insegna dell’assoluta classicità i cerchi Fuchs da 9×15″ anteriormente e 13×15 posteriormente, equipaggiati con un set di pneumatici Michelin semi-slick rispettivamente da 225/55 – 15 e 335/35 – 15.
All’interno, l’abitacolo della Porsche 911 RS 1974 “Red Revolution” by DP Motorsport mette in evidenza i sedili anatomici “Lollipop” della Porsche 935 (completati con cinture di sicurezza Schroth a quattro punti), un classico volante Momo da 350 mm e modanature in fibra di carbonio, nonché un rollbar anch’esso verniciato in rosso. L’attenzione ai pesi (a vuoto, la vettura denuncia 940 kg: un risultato di tutto rispetto!) trova conferma nella dotazione di una batteria più leggera, adatta all’uso sportivo, dell’impianto elettrico anch’esso realizzato per le competizioni e un serbatoio in fibra di carbonio, da 80 litri di capacità.
Sotto il cofano, la nobile unità da 3 litri a sei cilindri [glossario slug=”boxer”] raffreddata ad aria è stata portata a una cilindrata di 3,5 litri; nuovi il sistema di iniezione meccanica, il dispositivo di doppia accensione e l’equipaggiamento con alberi a camme della Porsche 911 RSR (le unità a suo tempo concepite esclusivamente per le competizioni). La trasmissione ha, a sua volta, ricevuto un nuovo differenziale a slittamento limitato. Il risultato, indica DP Motorsport, è una potenza di 365 CV: notevolmente superiore ai 210 CV espressi dalla 911 Carrera RS di serie.
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