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Red Bull RB10: pronta alla sfida

Di Valerio Verdone
Pubblicato il 28 gen 2014
Red Bull RB10: pronta alla sfida
La nuova monoposto di Milton Keynes si distingue da tutte le altre.

La nuova monoposto di Milton Keynes si distingue da tutte le altre.

Eccola finalmente, la nuova creatura nata dal genio di Adrian Newey, la nuova Red Bull, denominata RB10, chiamata a difendersi dall’assalto totale di Ferrari e Mercedes. Diversa da tutte le altre mira ancora a fare la differenza con l’aerodinamica nonostante i nuovi motori imposti dal regolamento.

Vincere è difficile, ma confermarsi, anno dopo anno, lo è ancora di più. Soprattutto in F1, dove la competizione è ai massimi livelli al punto che può togliere il sonno ad ingegneri e meccanici. Ma alla Red Bull sanno di essere il punto di riferimento, la squadra da battere e con Vettel puntano al quinto titolo piloti consecutivo.

Per farlo, Adrian Newey ha deciso di creare una monoposto che sfrutta ogni cavillo del regolamento e così, per non affondare in un mare di avversari, ha creato una muso da vera e propria nave rompighiaccio con cui scardinare la concorrenza compreso il temibile Iceman.

Niente proboscide dunque, nemmeno l’aspirapolvere, e nessuna protuberanza particolare, ma una punta finale che rende l’insieme il più pulito possibile. Del resto, quando c’è uno come Newey al tavolo da disegno, la pulizia è di casa.

Curata anche l’aerodinamica del sottoscocca che mira a dividere i flussi che arrivano alla parte posteriore. Mentre la presa d’aria sulla testa del pilota è tonda, altra differenza con le altre monoposto e l’air box non presenta la pinna vista su altre vetture.

Le fiancate invece appaiono convenzionali per via dei grandi rigonfiamenti, ma le prese d’aria non sono così grandi come l’insieme farebbe pensare. Ad ogni modo si conferma la necessità di inviare molta aria alla power unit di nuova generazione.

Misterioso il retrotreno, tenuto in parte nascosto durante la presentazione ai box di Jerez, e chissà che proprio in questa parte della vettura non ci siano gli interventi più significativi del maestro dell’aerodinamica? Lo scopriremo presto, nel frattempo attendiamo l’esito dei primi test che, per lo più, sono improntati a trovare la latente affidabilità dei motori turbo e del sistema ibrido, con un insieme di sensori e apparati elettronici costretti a dialogare costantemente tra loro.

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