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Ricambi auto contraffatti: la campagna di sensibilizzazione Mopar

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 19 lug 2017
Ricambi auto contraffatti: la campagna di sensibilizzazione Mopar
Magari, all’inizio si spende qualcosa di meno; però si utilizzano componenti non originali, né di qualità equivalente, la cui resa è tutta da verificare. Tuttavia, il giro d’affari a livello mondiale è nell’ordine di 16 miliardi di dollari. Per sensibilizzare consumatori e addetti ai lavori verso l’utilizzo di ricambi auto “corretti”, Mopar dà il via a una iniziativa di comunciazione e invita a segnalare eventuali casi di frode o contraffazione.

Attenzione a cosa installiamo nella nostra autovettura: i ricambi, che siano originali od equivalenti, devono in ogni caso essere di qualità. Il rischio, nel caso che si impieghino ricambi contraffatti, è di trovarsi alle prese con componenti che possono compromettere l’affidabilità del veicolo e, di conseguenza, la sicurezza di conducente e passeggeri (oltre, naturalmente, a tutti gli altri utenti della strada). E può andarci di mezzo anche l’ambiente, a causa dell’assenza di normative in materia di produzione. Tutto questo, avvertono a gran voce i big player del comparto automotive, non vale il relativo “risparmio” al momento dell’acquisto.

Tuttavia, gli esempi negativi abbondano: gli episodi più recenti, in ordine di tempo, parlano di maxi sequestri per centinaia di migliaia di “pezzi” contraffatti, e che – come indica un documento a cura del Ministero dello Sviluppo Economico e risalente ad alcuni mesi fa – in termini economici si traduce in un giro d’affari, a livello mondiale, nell’ordine di 16 miliardi di dollari e, in Italia, un valore pari a 120 milioni di euro.

Alle Case automobilistiche da tempo attive nello sviluppo di strategie di prevenzione del fenomeno, si aggiunge Mopar, la Divisione FCA dedicata ai servizi, all’assistenza clienti e alla produzione e commercializzazione di ricambi originali per le lineup dei marchi che fanno capo al Gruppo Fiat – Chrysler presenti in 150 Paesi del mondo.

Per aumentare, fra gli automobilisti e gli autoriparatori, una sempre maggiore consapevolezza sull’attenzione alla scelta del ricambio (originale o di qualità equivalente), Mopar dà il via ad una iniziativa di comunicazione, rivolta a clienti ed operatori della filiera aftermarket e dell’assistenza: un progetto che intende mettere in guardia gli utenti sull’importanza dell’installazione del ricambio di provenienza corretta, e che si sviluppa in una serie di consigli. Inoltre, Mopar comunica di aver attivato un apposito indirizzo mail al quale si possono segnalare ed inviare eventuali indicazioni relative ad episodi di commercializzazione ed utilizzo di ricambi contraffatti: alertricambi@fcagroup.com.

Il motivo di questa decisione, spiega una nota diffusa da FCA, è dovuto alla preoccupante escalation del mercato di autoricambi non certificati, potenzialmente rischiosi per l’integrità del veicolo e per la sicurezza di chi vi si trova a bordo. Un “sottobosco” fuorilegge popolato da testine dello sterzo, frizioni, pistoni, cuscinetti motore e pompe acqua, pastiglie e dischi freno, candele e candelette, sistemi di iniezione, filtri e spazzole tergicristallo, tendicinghia e punterie idrauliche, fanali, fari e proiettori fendinebbia: tutto contraffatto (addirittura, un recente rapporto condotto da ANFIA – l’Associazione Nazionale Filiera dell’Industria Automobilistica, vi aggiunge pistoni e bielle, cuscinetti, motorini d’avviamento e alternatori, candele e candelette; persino componenti dei sistemi di iniezione per motori benzina e gasolio), e nelle modalità più varie.

Esoistono, infatti, diverse modalità di contraffazione del ricambio aftermarket: quella “totale” (nella quale il prodotto falso impiega lo stesso marchio di quello originale, o di qualità equivalente, e per questo risulta simile al prodotto imitato); così come la contraffazione può riguardare i diritti di proprietà intellettuale, con particolare riguardo ai diritti di marchio (qui, la stampigliatura del “brand” è presente su prodotti che sono, oppure che possono essere, totalmente dissimili da quelli mesis in commercio con il marchio legittimo). E ancora: il ricambio può essere accompagnato da dichiarazioni relative a certificazioni di qualità oppure omologazioni europee, senza che queste siano state di fatto ottenute. Di più: il prodotto può essere dissimulato nella propria qualità, mediante la dichiarazione di caratteristiche non veritiere; oppure, infine, può esserci l’utilizzo fraudolento di determinate indicazioni o diciture (caso emblematico: il “Made in Italy”).

Tuttavia, con l’affinamento delle metodologie di progettazione, il riconoscimento di un ricambio originale od equivalente, rispetto a uno contraffatto, risulta sempre più complicato, anche per gli stessi “addetti ai lavori”.

Gli effetti, se non si presta la necessaria attenzione a cosa si impiega nel proprio veicolo, possono farsi sentire  – e in maniera dolorosa – in un secondo tempo: Mopar, a questo proposito, fa preciso riferimento alle criticità nel circuito di lubrificazione del motore, che possono portare anche alla rottura del motore stesso, se si impiega un filtro dell’olio contraffatto (e, quindi, di bassa qualità); per non parlare degli squilibri di frenata – o, nella migliore delle ipotesi, a un allungamento degli spazi di arresto – che possono essere provocati dal montaggio di pastiglie contraffatte, rispettoall’utilizzo di componenti realizzate secondo precisi standard di sicurezza.

Occorre, poi, ricordare che se il ricambio non è conforme alle caratteristiche dettate dal costruttore è possibile che l’automobile non ottenga il certificato di revisione. Un buon modo per tutelarsi è, spiega FCA, fare affidamento ad operatori professionali e riconosciuti (come le reti di assistenza ufficiale) per essere sicuri sulla qualità dei ricambi utilizzati.

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