Rincari RC auto: 13 compagnie nel mirino dell'Isvap
Volano i premi del’rc auto: nel primo trimestre 2011 si è a più 6%. E l’Isvap mette sotto inchiesta 13 compagnie, che rischiano una multa.
Ormai l’unica cosa che sale più della benzina è l’RC auto: andando ad analizzare l’attività del 2010, il presidente Isvap, Giancarlo Giannini, ha sottolineato come gli aumenti degli importi dei premi pagati per l’assicurazione della propria auto siano stati mediamente del 4,5% durante lo scorso anno e del 6% nel primo trimestre del 2011. E se si considera che il parco veicoli è sempre lo stesso, si capisce come a pagarne le spese siano stati soprattutto gli automobilisti.
Il presidente dell’istituto di sorveglianza nel settore delle assicurazioni ha poi sottolineato che 13 compagnie operanti in Italia sono nel mirino dell’autorità, che potrebbe comminare loro sanzioni per 5 milioni di Euro per elusione a contrarre la polizza Rc Auto, cosa invece resa obbligatoria dalla legge. In alcuni casi, le compagnie sotto inchiesta avrebbero applicato tariffe fino a 8.500 euro di premio annuo.
“L’Isvap sta effettuando controlli soprattutto nel sud Italia – ha detto – dove ci sono stati gli aumenti più macroscopici. Mi auguro che venga strettamente attuato il ddl Antifrode”.
Sotto accusa c’è anche il famoso sistema del “bonus-malus“, che secondo Giannini non riesce più a funzionare e crea delle diseconomie “che andranno cancellate attraverso una nuova scala di coefficienti di merito che sia unica per tutto il mercato italiano”. In altre parole, gli assicurati potranno conoscere in anticipo i risparmi di cui potranno beneficiare in seguito a condotte di guida senza sinistri o, d’altro canto, le penalizzazioni cui andranno incontro in caso di alta incidentalità.
Giancarlo Gianni ha poi espresso la necessità di potenziare e rendere più efficienti le strutture liquidative delle imprese. Ma se i premi aumentano, crescono anche i reclami pervenuti all’Isvap da parte dei cittadini, che nel 2010 sono stati 35.213, pari a un più 9% rispetto al 2009. E di questi, oltre tre quarti erano riconducibili all’rc auto.
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