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Rispolverato il marchio Mopar da Chrysler al Sema 2009

Di Redazione
Pubblicato il 23 ott 2009
Rispolverato il marchio Mopar da Chrysler al Sema 2009
Non solo Fiat nei pensieri quotidiani di Chrysler che è pronta a stupire a Las Vegas con 4 eccezionali veicoli all'imminente SEMA 2009

Non solo Fiat nei pensieri quotidiani di Chrysler che è pronta a stupire a Las Vegas con 4 eccezionali veicoli all’imminente SEMA 2009

Gli americani amano le tradizioni e le rispettano. In alcuni casi addireittura le venerano. Questo è il caso delle Mopar, un marchio che risale addirittura al 1928, quando Chrysler acquistò Dodge e bisognava risolvere il problema della produzione e della distribuzione dei ricambi auto. Venne così costituita la “Chrysler Motor Parts Corporation“, da cui nel 1937 venne coniato il marchio Mopar e applicato su una linea di… antigelo.

Ma è negli anni Sessanta che Mopar diventa quella che oggi conosciamo. Già, perché in piena era “Muscle-Car”, Mopar non era altro che il catalogo dei ricambi originali che comprendeva una succosa sezione di parti speciali.Nacquero allora le package cars, cioè automobili allestite con i componenti speciali del catalogo e vendute direttamente così, senza bisogno di modifiche aftermarket.

Al catalogo Mopar si deve la fama della Plymouth Barracuda o della Dodge Challenger. Nel pieno rispetto delle tradizioni oggi Mopar continua a proporre componenti sportivi, ma si “diletta”, come in questo caso, ad allestire veicoli d’uso quotidiano fino a trasformarli in perfetti bolidi “stradali” e fuoristrada.

Per il prossimo SEMA Show (Specialty Equipment Market Association) allora, ecco le 4 proposte Chrysler/Mopar: una Dodge Challenger da 556 CV pronta per le gare di accelerazione, una Jeep Wrangler che si trasforma in “campo base“, un’altra in versione “esploratore” con gomme da 40 pollici e un lussuoso pick-up Dodge Ram 1500.

La Challenger è siglata “1320” (il numero di “piedi” in un quarto di miglio) e si basa sulla Mopar Drag Pak Dodge Challenger, che attualmente non è altro che un’opzione che prevede un pesante alleggerimento della vettura in vista delle gare di accelerazione. Ma la Drag Pak non è omologata per uso stradale, diversamente dalla 1320. Le modifiche al motore riguardano sopratutto l’aspirazione, ma il pezzo forte è sicuramente riservato alla trasmissione, rinforzata e dotata di un differenziale autobloccante a controllo elettronico azionabile dall’abitacolo. Completano l’allestimento le gomme “stradali” da drag e le sospensioni regolabili.

Per la Wrangler “campo base” le foto parlano da sé. In realtà si chiama “Overland“, come l’allestimento più completo delle vetture stradali. L’altra Wrangler è basata sulla versione passo corto e monta un vistoso roll bar. L’assetto è rialzato per ospitare delle enormi gomme da 40” che calzano cerchi da 20”. “Lower Forty” è il nome di questo mostro e il suo scopo è quello di essere una estrema tuttofare, con angoli di attacco da record.

L’ultima proposta è la meno divertente, ma la più vicina alle mode del momento: una potente SUV allestita in modo sportivamente lussuoso, come piace ai rapper d’oltreoceano. Si chiama “Bianco” per via della verniciatura “artic ice pearl“, ha un assetto da “low-rider“, grossi cerchi in lega da 22 pollici, un tonneau rigido a copertura del cassone e i sedili completamente lavabili e comodi. Un doppio terminale di scarico esageratamente dimensionato contribuisce al sound roco tipico dei vecchi V8 americani.

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