S.E.S.A. SPA: dove nasce il biometano
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Dopo aver provato le Volkswagen alimentate a metano è stato sorprendete scoprire come il biometano nasca dai rifiuti: precisamente dall’umido. Infatti non è un mistero che il CIC, acronimo di consorzio italiano compostatori, sta lavorando sodo dal 2015 per realizzare un programma legato al Marchio Biometano Fertile ottenuto tramite la digestione anaerobica dell’umido dal quale si ottiene il biogas e, successivamente, il biometano.
Attualmente il numero di impianti in Italia è di circa 326, di cui 274 si occupano di compostaggio e 52 producono biometano. Di questi, uno dei più efficienti è senza dubbio quello di Este (PD) che risponde al nome di S.E.S.A. SPA, che è un esempio di economia circolare. In quanto produce energia elettrica e termica, biometano, acqua e fertilizzante partendo dai rifiuti che arrivano in sede e utilizza questi risultati della lavorazione per generare l’energia necessaria a far funzionare l’impianto.
Quando i rifiuti arrivano nell’apposita area c’è una prima divisione tra quelli che possono essere lavorati tramite la digestione anaerobica e quelli solidi. I primi definiti pompabili, vanno incontro alla digestione anaerobica e producono biogas, dal quale, a loro volta, derivano energia elettrica o terminca e biometano. Oltre al biogas dalla digestione anaerobica si produce il digestato da cui si ricava acqua per il raffreddamento dei macchinari. Mentre dalla parte solida dei rifiuti dopo 2 biossidazioni si ottiene il fertilizzante.
Per gli amanti dei motori e dei grandi numeri, è interessane sapere che ad alimentare l’impianto di cogenerazione pensa un motore 20 cilindri da 61.000 cm3 capace di generare 1.416 kWe. Venendo a cifre più interessanti a livello economico, è interessante scoprire che, con 70 kg di scarti di cucina si possono ottenere 9 m3 di biogas, che diventano 4 kg di biometano: un quantitativo sufficiente a percorrere 100 km con un’auto alimentata con questo carburante. Diverso il discorso relativo alle auto elettriche: sono necessari 150 kg di rifiuti organici per ricavare l’energia necessaria a coprire una distanza di 100 km.
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