Scajola contro la cassa integrazione Fiat
Il ministro dello Sviluppo lamenta il ricorso alla cassa integrazione da parte del Lingotto, proprio nel mezzo delle trattative con i sindacati
Il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola ha definito “inopportuno” il ricorso di Fiat alla cassa integrazione dal 22 febbraio al 5 marzo. Il ministro ritiene che la decisione del Lingotto renda più difficile la vertenza con i sindacati, alla luce del ridimensionamento o della chiusura degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e di Termini Imerese, per i quali sono in corso colloqui da parte delle forze in campo. Intanto in entrambe le località continuano le agitazioni dei dipendenti, con blocchi stradali e stop delle catene di montaggio.
Perplessità di Scajola anche sul fatto che Fiat non abbia comunicato la notizia al suo dicastero, proprio nel mezzo di una delicata trattativa con le parti sociali. Ha rincarato la dose il segretario Cisl, Raffaele Bonanni per il quale “E’ curioso che l’azienda prima si incontri con noi e che ci dia appuntamento a Palazzo Chigi e poi, alla vigilia del faccia a faccia, metta in cassa integrazione 30.000 lavoratori”.[!BANNER]
Diverso il punto di vista dell’Anfia (l’Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche) e del suo presidente Eugenio Razelli: “Con gli ordini che scarseggiano, la produzione deve essere tarata di conseguenza e il ricorso alla cassa integrazione è inevitabile. Senza contare che deve essere comunicata in anticipo”. L’azienda ha reso noto di aver da smaltire ordini solo per un paio di mesi al massimo. E gli incentivi? Il governo pare intenzionato a rinnovarli, anche se per un periodo più breve e con un importo inferiore.
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