Sciopero dei benzinai: dal 13 al 16 dicembre 2022
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Sciopero dei benzinai in arrivo. Con buone probabilità, dalle ore 22 di martedì 13 fino alle 22 di venerdì 16 dicembre, i gestori degli impianti autostradali faranno sciopero.
I motivi della protesta
La protesta – delle organizzazioni di categoria Faib, Fegica ed Anisa – è nata in seguito alla diffusione della bozza di un decreto interministeriale che, secondo i sindacati, “non prevede alcuna razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza, ripropone un sistema di imposizione di royalty ad esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari, non contiene una riforma regolatoria che possa consentire recupero di economicità finalizzato ad abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale, viola le norme di settore poste a tutela della continuità delle gestioni e dei livelli occupazionali”.
“Noi siamo costretti a rimanere aperti h24 – spiega un sindacato – ma adesso è arrivata anche la batosta delle bollette, passate da 2.200 euro mensili a picchi di 9mila, nonostante il consumo non sia cambiato” ha aggiunto il rappresentante sindacale”.
Dunque, per ovviare al problema, motociclisti e automobilisti saranno costretti eventualmente a fare rifornimento uscendo dalla tratta autostradale per poi rientrarvi.
Non solo sciopero dei benzinai
La mobilitazione arriva in concomitanza con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil in diverse regioni fino a venerdì 16. Esso interessa diversi settori, dalla scuola ai trasporti, e si fonda sul contrasto della Legge di Bilancio su cui è a lavoro il Governo Meloni.
Lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil nasce per protestare su diversi temi: dall’aumento dei salari e la detassazione degli aumenti dei contratti nazionali, fino al no al lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo.
Ma anche per dire sì alla riforma fiscale che rispetti il principio della progressività, alla tassazione degli extraprofitti, alla rivalutazione delle pensioni, alle risorse per il diritto all’istruzione e per la sanità, cancellazione della legge Fornero e introduzione dell’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, etc.
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